Il cavallo e la mosca di Vittorio Banda
Il cavallo e la mosca
Un vetturino in una giornata morto bella,
all'ora de pranzo schiacciò ‘na pennichella.
Er cavallo stava fermo margrado da mattina
glie succhiava er sangue ‘na mosca cavallina.
La mosca
glie disse parlannogli all'orecchio,
ambedi er tu' padrone è proprio un tirchio!
Dorme beato
e se scordato der tu'
foraggio,
certo che ce vole veramente un gran coraggio!
Er cavallo disse:”Nun
sai che ha perso un figlio,
che era bello aitante e che
sembrava un giglio.
Lassalo dormì che ne ha proprio un gran bisogno,
può essè che lo riveda armeno ner su' sogno !
Quanto a
voi pensate solamente a criticare
sete certo boni
solamente a condannare.
Voi ve fermate sempre solo all'apparenza
e
nun capite le cose nella loro essenza !
Sete come
certi omini che vestono de bianco,
però nel loro intimo se sguazzeno ner fango.
Perciò
succhia er sangue mio con noncuranza,
ma per er resto abbi armeno un poco de
creanza!