Nkondi, di Leonardo Araneo, edito da Eclissi e recensito da Katia Ciarrocchi
Nkondi – Leonardo Araneo – Eclissi – Pagg. 246 – ISBN 9791281544017 – Euro 22,00
Chi siamo? Siamo gli schiavi su cui avete fondato le vostre ricchezze, i minatori che hanno estratto le vostre preziose risorse, i contadini che hanno coltivato i vostri campi, i servi che hanno curato le vostre case e i badanti che hanno custodito i vostri figli e i vostri anziani. Non siamo spettri, fantasmi, spiriti. Siamo morti sotto le vostre bombe, annegati nel vostro mare, caduti davanti alle vostre armi, schiacciati dal peso delle vostre catene, spezzati dalle vostre frustate e deperiti per il cibo che ci avete strappato. Noi siamo le conseguenze delle vostre azioni. E non ci fermeremo mai. (pag 89)
Ci
sono libri che avvolgono il lettore con un crescendo di tensione e
inquietudine, e Nkondi di Leonardo Araneo è uno di questi. Un
thriller che affonda le radici nel sociale, che scuote le coscienze e
lascia un senso di irrequietezza ben oltre l'ultima pagina.
Un'opera in cui l'autore dimostra una penna matura e consapevole,
capace di costruire una narrazione che non concede tregua.
La
trama è sviluppata con grande perizia: tutto inizia con una serata
tra amici che si trasforma in un incubo, quando un gruppo di
sconosciuti con maschere tribali irrompe nel giardino e scatena un
massacro. Il caso viene affidato al vice questore Anna Mascagni, che
si trova a interrogare Azrael, un giovane di colore che avanza
richieste surreali e minaccia nuovi massacri se non sarà
ascoltato.
L'orrore non si ferma qui: un'altra tragedia
colpisce la famiglia Pianello, sconvolta dalla presenza di un
inquietante Nkondi, una statuetta africana ricoperta di chiodi
arrugginiti, simbolo di vendetta e giustizia. Da qui in poi, la
narrazione precipita in un vortice di tensione, in cui il confine tra
carnefici e vittime si fa sempre più labile, mentre il senso di
impotenza si insinua nel lettore con una forza dirompente.
Uno
degli aspetti più riusciti del romanzo è il modo in cui Araneo
affronta il divario sociale ed economico tra i pochi ricchi e i molti
poveri; la rabbia e la disperazione di chi non ha nulla si
trasformano in un atto di ribellione brutale, un grido di protesta
che non cerca di essere compreso, ma solo di essere sentito. Il libro
non offre risposte facili, ma costringe a riflettere sul senso di
giustizia, sul peso della vendetta e sul ciclo infinito di
sopraffazione che caratterizza la società contemporanea.
L'elemento
horror è fortissimo, reso ancora più incisivo da descrizioni vivide
e spietate che non fanno sconti. Qui sta forse l'unico elemento che
potrebbe risultare eccessivo: i massacri sono crudi, dettagliati,
capaci di lasciare un senso di angoscia che accompagna il lettore per
tutta la narrazione.
Il finale, volutamente aperto, non fa che
amplificare questa sensazione di incertezza, non ci sono soluzioni,
non c'è un vero punto di arrivo, ma solo la consapevolezza che il
mondo narrato da Araneo è fin troppo simile a quello reale.
Nkondi
è un romanzo che colpisce, scuote e fa riflettere, ma è anche un
libro che non fa sconti: richiede di essere affrontato con coraggio,
perché una volta entrati nel suo mondo, uscirne indenni è
impossibile.
Citazioni tratte da: Nkondi di Leonardo Araneo
«Vede vice questore: la vostra società civile si regge sull'assunto fondamentale che tutti tendono al rispetto della legge per timore delle conseguenze che ne potrebbero derivare. Il carcere, il biasimo sociale, la disoccupazione, la povertà…» (pag 88)
La vendetta è effimera e genera solo odio, che chiama altra vendetta. No. Noi vogliamo un cambiamento. (pag 104)
Il mondo non è il posto meraviglioso che pensi tu. Il mondo fa schifo perché fa schifo la gente. (pag 218/219)
Katia Ciarrocchi
