Risplendo non brucio, di Ilaria Tuti, edito da Longanesi
Risplendo non brucio
di Ilaria Tuti
Longanesi Editore
Narrativa
Pagg. 320
ISBN 9788830462175
Prezzo Euro 22,00
Luceo non uro
Forse più nota per i polizieschi che hanno come protagonista il commissario Teresa Battaglia, Ilaria Tuti è però, almeno secondo il mio parere, una narratrice di razza con romanzi non propriamente di genere, ma che hanno fino ad adesso un comune denominatore, perché si svolgono tutti durante un conflitto. E' così per Fiore di roccia, che ha come protagoniste le portatrici carniche che rifornivano nel nostre prime linee durante la Grande Guerra, ed è pure così per Come vento cucito alla terra, stesso conflitto, ma con personaggi principali donne inglesi che operano e curano militari del loro paese e della Francia. Con la sua ultima opera Risplendo non brucio si passa invece a un'epoca successiva, a quella della seconda guerra mondiale, con due protagonisti, padre e figlia, medici pure loro, impegnati a salvare le proprie vite in due vicende parallele che sono dei veri e propri gialli. Considerato che in entrambi i casi si va alla ricerca degli autori di omicidi non aggiungo altro sulla trama, se non che il padre, internato per motivi politici a Dachau, è portato in una roccaforte di Hitler per indagare su una morte misteriosa, mentre il caso della figlia è ambientato in una Trieste crepuscolare, con incombente minacciosa la famosa Risiera di San Sabba. Il fatto che si racconti di due indagini, contemporanee in luoghi diversi, lascerebbe supporre una certa difficoltà nel lettore di seguire il corso delle storie con l'indispensabile lucidità, ma è indubbio che la capacità di Ilaria Tuti di ben strutturare i suoi romanzi, messa ancora una volta alla prova, si mostra in tutto il suo valore.
E così ci si appassiona all'una e all'altra trama, presi anche dal desiderio di arrivare alla fine nella consapevolezza che lo scoprire i colpevoli costituirà l'unica possibilità di salvezza per i due investigatori. Come al solito si apprezza l'abilità della narratrice nel ricreare le atmosfere, cupa, lugubre quella della Risiera, da caduta degli dei dei quella del castello di Kransberg, dove è alloggiato in un bunker Adolf Hitler.
Fin dall'inizio si resta colpiti da un incipit di rara efficacia, quello della somministrazione del brodo a Dachau al dottor Johann Maria Adami per vedere se il suo organismo riesce a trattenerlo, premessa indispensabile per verificare la possibilità che rimanga in vita almeno per il lasso di tempo necessario a chiarire una morte misteriosa avvenuta proprio al castello di Kransberg. Non sono più di tre pagine, ma consentono già di ricreare un'atmosfera da vero e proprio incubo che sarà una costante compagnia per tutta la lettura, tuttavia funzionale alle trame di cui ho accennato.
E' però altrettanto vero che il sapere che le efferatezze narrate erano la normalità nei lager lascia un senso di impotenza che tuttavia Ilaria Tuti riesce abilmente ad attenuare con uno splendido finale.
Il romanzo, bello, mi è piaciuto molto, perché lascia molto dentro, soprattutto la speranza che il male non possa sempre trionfare.
Ilaria Tuti è nata a Gemona del Friuli, in provincia di Udine, il 26 aprile 1976. Ha studiato Economia. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l'illustratrice per una piccola casa editrice. Nel 2014 ha vinto il Premio Gran Giallo Città di Cattolica. Il thriller Fiori sopra l'inferno, edito da Longanesi nel 2018, è il suo libro d'esordio. Tra i suoi libri ricordiamo anche: Ninfa dormiente (Longanesi, 2019) e Fiore di roccia (Longanesi, 2020). Del 2021 il romanzo La luce della notte, il ritorno dell'amatissima Teresa Battaglia in un romanzo di rinascita e speranza. Sempre per Longanesi pubblica nel 2021, Figlia della cenere, nel 2022, Come vento cucito alla terra, nel 2023 Madre d'ossa, nel 2024 Risplendo non brucio.
Renzo Montagnoli
