La staggione c’arevè, di Vito Moretti - Edizioni Tabula Fati
La staggione c'arevè
di Vito Moretti
Edizioni Tabula Fati
Poesia
Pagg. 56
ISBN 979-12-5988-394-0
Prezzo Euro 7,00
Presentazione di Daniela D'Alimonte
Le
poesie contenute in questa silloge postuma di Vito Moretti ci
restituiscono la voce di uno dei più grandi poeti contemporanei, in
una fase della vita in cui lo sguardo si fa più intimo, più
raccolto, più consapevole del tempo che resta. Il tempo, appunto, è
la parola chiave che attraversa ogni componimento qui presente: non
solo come cronologia o memoria, ma come materia esistenziale, come
interrogazione profonda sul senso dell'andare, sull'incedere
lento o improvviso verso la sera che diviene metafora della
condizione umana quando tutto si fa più silenzioso, più fragile,
più vero.
Le poesie sono scritte
in dialetto abruzzese, idioma materno, intimo e vivo; non vezzo
letterario o scelta “linguistica” in senso astratto, ma codice
che parla l'interiorità dell'autore, il mezzo autentico per
esprimere ciò che sente. Il vernacolo è qui la verità nuda delle
cose, il respiro quotidiano, l'impronta della sua terra e dei suoi
cari.
Questa raccolta rappresenta
il testamento poetico e umano di uno scrittore che non ha mai smesso
di interrogarsi, di amare e di scrivere con la verità della propria
voce. È un dono prezioso, che ci invita a fermarci, ad ascoltare, e
a riconoscere – anche dentro di noi – ciò che conta davvero.
Vito
Moretti (1949-2019),
docente universitario, scrittore e poeta in lingua e in dialetto, ha
esordito meno che ventenne, nel 1968. Per i suoi studi ha tenuto
incontri culturali in Russia, in Francia e negli Stati Uniti. I suoi
versi sono stati tradotti nelle principali lingue europee.
Dopo
alcune “plaquettes” (riproposte nel vol. Una
terra e l'altra. Ristampe e inediti. 1968-1979,
a cura di Massimo Pamio, Pescara, Tracce, 1995), ha
pubblicato N'andìca
degnetà de fije (ediz.
premio, Catanzaro, 1984), La
vulundà e li jurne (Roma,
Ediz. dell'Ateneo, 1986), Temporalità
e altre congetture (Bologna,
Cappelli, 1988), Déndre
a na storie (Firenze,
Editoriale Sette, 1988), Il
finito presente (Roma,
All'Insegna de «L'Occhiale», 1989), Le
prerogative anteriori (Udine,
Campanotto, 1992), Da
parola a parola (Bari,
Laterza, 1994), 'Nanze
a la sorte (Venezia,
Marsilio, 1999), Di
ogni cosa detta (Pescara,
Tracce, 2007), L'altrove
dei sensi (Lanciano,
Carabba, 2007), Con
le mani di ieri (ivi,
2009), Luoghi (Chieti,
Tabula fati, 2011), La
case che nen ze chiude (ivi,
2013), Dal
portico dell'angelo (Pescara,
Tracce, 2014), Principia (Chieti,
Tabula fati, 2015), Le
cose (ivi,
2017); postuma la silloge Per
altro prodigio (Chieti,
Tabula fati, 2021).
Ha pubblicato
anche quattro vol. di narrativa: Nel
cerchio della tartaruga. Prose, incontri e qualche storia (Chieti,
Métis, 1996), La
polvere sul cucù (Chieti,
Tabula fati, 2012), Il
colore dei margini (ivi,
2014) e Il
doppio degli sguardi (ivi,
2022); tre romanzi, Le
ombre adorne (ivi,
2016), La
misura dei passi (ivi,
2019) e La
luna sui tetti (ivi,
2019), nonché il volume di prose memoriali Gli
anni venuti (ivi,
2018).
I suoi interventi teorici
compaiono in V. Moretti, Le
ragioni di una scrittura. Dialoghi sul dialetto e sulla poesia
contemporanea (a
cura di Enrico Di Carlo, Pescara, D'Incecco, 1989).
Nel
campo della saggistica, Moretti ha pubblicato numerosi studi sulla
cultura dal Settecento al Novecento, con particolare riguardo alle
aree del verismo e del decadentismo e a Gabriele d'Annunzio, di cui
ha reso noto carteggi e scritti inediti; ha promosso numerosi
convegni e seminari sulla letteratura abruzzese e nazionale, con la
stampa dei relativi Atti, e ha curato l'edizione critica o la
riproposta in volume di opere di vari autori.
Moretti,
infine, è stato responsabile di alcune collane editoriali, sia per
la scrittura saggistica che per quella creativa.
Per
la sua attività di poeta ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti (fra
cui l'«Acciaiuoli», il «Versilia-Marina di Carrara», il
«Tagliacozzo», il «Bari-Magna Graecia», il «Premio Alghero», il
«Pisa-Calamaio di Neri», il «Montesilvano», il «Pescara», lo
«Scanno», il «Pontremoli», il «Firenze») e lavori monografici
redatti da Massimo Pamio (Il
filo lungo della parola. Contributi per una lettura di Vito Moretti,
Chieti, Vecchio Faggio, 1991), da Vittoriano Esposito (Segni
di scrittura. Aspetti e temi della poesia di Vito Moretti,
Roma, Bulzoni, 1994), da Dante Cerilli (L'enigma
e la forma. Introduzione alla poesia di Vito Moretti,
Bari, Laterza, 1995), da Toni Iermano (Nelle
più care dispute. Vito Moretti e i suoi trent'anni con la poesia,
Roma, Bulzoni, 1998), da Simone Gambacorta (Sotto
questo cielo che passa. Ricordo di Vito Moretti,
Chieti, Tabula fati, 2019).
La sua
bibliografia completa, aggiornata al 2012, compare in Studi
offerti a Vito Moretti,
a cura di Gianni Oliva, Lanciano, Carabba, 2012, pp. 269-293.
