Il segreto di Vittoria. La vita di Vittoria Colonna ai tempi di Michelangelo, di Giulia Alberico, edito da Piemme
Il segreto di Vittoria.
La vita di Vittoria Colonna ai tempi di Michelangelo
di Giulia Alberico
Edizioni Piemme
Narrativa
Pagg. 192
ISBN 9788856694543
Prezzo Euro 19,90
Un personaggio di grande rilievo
“Vittoria Colonna (Marino, 1490 – Roma, 25 febbraio 1547) è stata una nobile e poetessa italiana.” E' così in sintesi ciò che dice l'Enciclopedia Treccani, abbastanza per inquadrarla in un'epoca, troppo poco per sapere chi essa sia stata veramente. Io stesso, pur appassionato di storia, ne sapevo poco di più fino a quando non ho letto questo stupendo romanzo storico di Giulia Alberico, 192 pagine veramente intense in cui la narratrice abruzzese si cimenta con un personaggio indubbiamente noto, ma in realtà ben poco conosciuto, visto che si è sempre preferito privilegiare solo ciò che ha scritto. Nata a Marino, feudo della potente famiglia Colonna, fin dalla prima infanzia ha, come compagna fedele per tutta la vita, Sosò, un personaggio di fantasia, ma di primaria importanza nella stesura del romanzo. E' infatti a lei che la narratrice affida il compito di parlarci di Vittoria, una sorta di diario che si alterna con quello della stessa Vittoria, un lavoro per niente facile, che avrebbe potuto facilmente stancare il lettore, ma che grazie all'abilità dell'autrice finisce con il diventare notevolmente avvincente. Dopo la morte del marito Ferrante d'Avalos, marchese di Pescara, Vittoria ha come un trauma tanto è il dolore che prova e che le fa abbandonare la vita dinamica di corte per rinchiudersi, da laica, in un convento. Su di lei pesa anche una maledizione dalla nascita, di cui ben pochi sanno, ma che non ignora Sosò, e cioè una malformazione genitale che non solo le impedisce la procreazione, ma che le rende anche impossibile la congiunzione carnale. E' questo il suo segreto, questa impossibilità di essere femmina nella sua totalità.
Persona istruita, dotata di notevole intelligenza e che ama farsi delle opinioni, è anche molto religiosa e nel periodo storico che vede l'avvento di Lutero, pur non abbracciano il protestantesimo, da autentica cristiana ritiene che la Chiesa di Roma debba ritornare alle origini per ritrovare lo spirito illuminato del Cristo. Non è l'unica in Italia, ci sono altri che pensano come lei, come per esempio la bella Giulia Gonzaga e il grande Michelangelo Buonarroti. Con quest'ultimo allaccia una relazione platonica fatta di silenzi insieme che dicono molto più delle voci, come se l'essere vicini, magari a contemplare un semplice albero d'arance, creasse un unione molto più forte di un abbraccio. In questo modo si spezza la solitudine sentimentale di Vittoria e l'anziano scultore, sempre tormentato dalla passione per la sua arte, recupera un po' di quella serenità che gli è indispensabile per vedere oltre le apparenze.
E' epoca di riforma e di controriforma e la Chiesa cattolica non ci sta a ritornare alle origini, troppo abituata al lusso e alla materialità. Impera con l'Inquisizione il cardinale Carafa, pronto a trovare eretici ovunque e a mandarli al rogo, quel Carafa che poi siederà sul trono di Pietro con il nome di Paolo IV, diventando ancor più intransigente e sanguinario.
Vittoria, Michelangelo e gli altri e le altre che tanto hanno propugnato una chiesa originaria sono sorvegliati stretti, ma lei ha alle spalle una famiglia potente, indispensabile al Pontefice, lo scultore è invece un genio di cui non si può fare meno, e così riusciranno a sfuggire all'inquisizione.
Nel 1547, da tempo allettata, Vittoria muore e le pagine che descrivono la sua dipartita raccontata da Sosò sono particolarmente struggenti, con la fedele amica che l'assiste fino all'ultimo e che la porta al sonno eterno cantando la ninna nanna a cui ricorreva da bambina “Nonna nonna nunnarella…”.
Il segreto di Vittoria è un romanzo troppo bello per poter essere apprezzato da tutti, ma per chi ama la libertà di esprimersi, per chi cerca un mondo diverso, più giusto, senza storture, senza violenze, non può che essere una fonte a cui dissetarsi, con cui placare l'animo inquieto, e tutto ciò grazie a una trama molto ben articolata e a una scrittura di incredibile raffinatezza.
Giulia Alberico, nata a San Vito Chietino nel 1949, insegnante di lettere per oltre trent'anni, vive a Roma. Ha scritto, tra gli altri, i romanzi Il gioco della sorte (Sellerio, 2002), Come Sheherazade (Rizzoli, 2004), Il vento caldo del Garbino (Mondadori, 2007) e Un amore sbagliato (Sonzogno, 2015). Con il volume di racconti Madrigale (Sellerio, 1999) ha vinto il premio Arturo Loria.
Renzo Montagnoli

