Cenere, di Grazia Deledda, edito da Santelli
Cenere
di Grazia Deledda
Santelli Edizioni
Narrativa
Pagg. 226
ISBN 9788892921337
Prezzo Euro 9,99
L'ossessione di Anania
Cenere è di un verismo accentuato, senza sfumature che ne attenuino i toni, che anzi possono esprimersi come un lancinante urlo di dolore. Eppure, nella vicenda del piccolo Anania abbandonato dalla madre Oli, si inseriscono delle digressioni che non esito a definire poetiche, con descrizioni del panorama di una Sardegna selvaggia, quasi ai confini del mondo. Peraltro c'è da considerare che lo stile cristallino di Grazia Deledda, qui a volte enfatico, tiene conto degli stati d'animo dei protagonisti accompagnandoli con una visione della natura che li rifletta. Così, se si tratta della gioia dell'innamorato Anania, le montagne dell'isola si succedono in una visione di rara bellezza, accompagnata da colori che bene esprimono il trepidante amore del ragazzo, mentre se invece c'è l'incontro drammatico fra il ragazzo e la madre ritrovata tutto si incupisce tanto da lasciar presagire un'imminente burrasca non solo degli animi. Il personaggio femminile di maggior rilievo è Oli, bella ragazza che si innamora di un uomo sposato e rimane incinta, incarnando così la figura della peccatrice che in una società misogina come quella dell'epoca è un marchio infamante, al punto che la colpa della madre si trasmette al figlio. Questi, che ha trovato nella moglie del padre l'autentico affetto che gli è mancato e che è entrato nelle grazie di un padrino di cresima danaroso che si impegna a farlo studiare, ama, ricambiato, la figlia del suo benefattore, ma arde dal desiderio di ritrovare la genitrice naturale, combattuto fra la curiosità di sapere di che si tratti, sia dalla voglia di rinfacciarle quell'abbandono. Fra tanti sentimenti tesi al massimo piano piano la ricerca diventa un'ossessione, che stravolgerà completamente la sua esistenza.
L'abilità della narratrice è sconcertante e nel descriverci gli stati d'animo del protagonista finirà per coinvolgere il lettore, preda della stessa ossessione, tanto che finirà anche lui con il sentirsi segnato da una colpa non sua.
Se non fosse per una certa prolissità e alcuni eccessi anche Cenere sarebbe un capolavoro; non c'è da temere, però, perché il libro comunque risulta di notevole livello.
Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936), premio Nobel per la letteratura, studiò da autodidatta ed esordi come giornalista su riviste di moda. Incrociando influssi veristi e dannunziani, scrisse romanzi e racconti dalla vena etica in cui è descritta la dura vita quotidiana dei compaesani sardi (Canne al vento, Elias Portolu, Marianna Sirca).
Renzo Montagnoli

