Il coltivatore del Maryland, di John Barth - Edizioni Minimum fax
Il coltivatore del Maryland
di John Barth
Edizioni Minimum fax
Narrativa
Pagg. 1106
ISBN 978-88-3389-589-5
Prezzo Euro 25,00
Siamo alla fine del diciassettesimo secolo. Ebenezer Cooke, Poeta Laureato, dall'Inghilterra viene spedito nel Nuovo Mondo con un doppio incarico: prendere possesso della piantagione di tabacco del padre e scrivere un grande poema epico sulla vita nelle colonie del Maryland. Inizia così un'odissea caotica nelle cui infinite trame nidificate, tra doppi e tripli scambi di identità, si susseguono naufragi e rapimenti, pirati e indiani, trafficanti d'oppio, prostitute amate, gemelle perdute, re indigeni, e un introvabile Diario Segreto contenente la storia di Pocahontas e una misteriosa ricetta afrodisiaca dagli ambigui poteri soprannaturali. E, come se non bastasse, ci sono le incessanti insidie carnali da cui il poeta cerca di difendere quel che ha di più caro: la propria verginità.
In questa imponente satira di tutti i vizi umani la tendenza di John Barth a mescolare il virtuosismo linguistico a una materia pulp è elevata a un livello quasi filosofico, e il risultato è uno dei romanzi più esilaranti della storia della letteratura. Tra echi di Rabelais, Voltaire, Boccaccio e Cervantes, con una trama avvincente sostenuta da un'impressionante conoscenza storica, poetica e filosofica – e peripezie linguistiche che solo uno scrittore di immenso talento come Luciano Bianciardi poteva restituire intatte al lettore italiano – Il coltivatore del Maryland è considerato una delle opere più importanti del secondo Novecento e una delle massime espressioni della letteratura postmoderna, il cui potere di ammaliare e strabiliare ne fanno un classico fuori dal tempo.
John Barth nasce il 27 maggio del 1930 a Cambridge, nel Maryland, insieme a una sorella gemella, Jill: circostanza tutt'altro che trascurabile nella carriera dello scrittore, se è vero che in più di una sua opera si fa allusione a coppie di gemelli, e che i suoi libri, a quanto sostiene, tendono per un certo periodo a susseguirsi in coppie affini (due romanzi “nichilisti”, due voluminosi romanzi storici sui generis, due raccolte di racconti sperimentali, e così via). Scrive inoltre Barth cinquant'anni più tardi:
"I
gemelli condividono la curiosa esperienza di [...] acquisire la
capacità linguistica e altre abilità di base à deux, usando nel
frattempo un linguaggio che precede e insieme supera il discorso
articolato. Il discorso, nella prospettiva di due bambini gemelli, è
per gli Altri. Noi gemelli consideriamo il linguaggio come i parlanti
di un dialetto specifico considerano la lingua ufficiale: serve a
rapportarci con gli estranei, fra noi non ne abbiamo bisogno. Per
questo è ragionevole aspettarsi che un gemello che diventi narratore
di professione non dia mai il linguaggio per scontato: lo tiene
sempre presente, ci giocherella, lo mette in primo piano, ne è
consapevole in un modo quasi innaturale".
Nascerebbe in
parte da qui, insomma, la ricercatezza tecnica e stilistica della
scrittura di Barth, che nel corso di tutta la sua carriera non
smetterà mai i panni del virtuoso della parola – continuando nel
frattempo a rivendicare, però, la necessità di un “virtuosismo
appassionato” che si sostanzi del calore profondo dell'esperienza
umana.
Cambridge è il capoluogo della cosiddetta Tidewater
Country,
la regione di paludi costiere del Maryland alla foce del fiume
Chesapeake, zona di alte maree e bassa popolosità, provincia
culturalmente ed economicamente poco avanzata; l'unico e solo
“luogo dell'anima” di Barth, che tornerà a rappresentarla in
tutte le sue opere.
Il primo ambito in cui il giovane Barth
cerca di distinguersi, dopo aver frequentato una mediocre scuola
media locale, è quello della musica. Lasciata Cambridge, si iscrive
alla prestigiosa Juilliard School di New York: batterista jazz
dilettante, sogna di diventare arrangiatore. Ma pochi mesi
nell'ambiente scoppiettante del jazz nero gli bastano per rendersi
conto di non avere nessun vero talento in quel campo. Torna nel
Maryland, dove si iscrive senza troppa convinzione alla facoltà di
giornalismo della Johns Hopkins University di Baltimora: è il suo
ingresso nel mondo delle lettere, che non abbandonerà più.
Alla
Johns Hopkins Barth riceve la sua vera educazione letteraria – in
gran parte, peraltro, da autodidatta: lavora nella sezione Classica e
Orientale della biblioteca di facoltà, e girando fra gli scaffali
finisce per passare più tempo a leggere i volumi che a rimetterli in
ordine. Oltre a Joyce, Kafka, Faulkner, gli autori previsti dai
programmi regolari dei corsi, fa così la conoscenza delle grandi
opere della tradizione narrativa occidentale e orientale:
dal Satyricon di
Petronio al Decamerone di
Boccaccio, da Rabelais a Cervantes, dalle Mille e una notte alle
saghe persiane e sanscrite. Barth resterà completamente affascinato
dall'attività demiurgica dello storytelling,
della narrazione pura (“Non sono un esperto di letteratura o di
filosofia”, dichiara in uno dei suoi saggi, “ma un semplice
narratore di storie. Ovvero, un bugiardo professionista”), e
svilupperà una vera e propria ossessione per la più leggendaria di
tutte le narratrici, Sheherazade, che torna come personaggio in più
d'uno dei suoi libri.
Nel 1953, appena laureato, ma già
sposato e padre di tre figli, Barth comincia a insegnare presso la
Penn State University; senza titoli di dottorato né pubblicazioni a
suo nome, però, la carriera del giovane professore appare quanto
meno incerta. Nel 1956, mentre la famiglia si destreggia alla meglio
fra le ristrettezze finanziarie, il suo primo romanzo, L'Opera
Galleggiante,
trova finalmente un editore. Il successo arriva subito: il libro è
tra i finalisti del prestigioso National Book Award. La stessa sorte
avrà Fine
della strada (1958),
romanzo “gemello” del primo, con cui condivide il tema del
triangolo amoroso, ma in chiave più tragica e cupamente ironica (nel
1970 ne verrà anche tratto un mediocre film, che è rimasto l'unico
tentativo di trasposizione cinematografica della narrativa
barthiana). La genialità di Barth nel riuso parodistico di generi e
cliché letterari offrirà subito dopo una delle sue prove migliori
con Il
coltivatore del Maryland (1960),
ottocento pagine di brillante rivisitazione della forma-romanzo
inglese del Settecento.
Dal 1965 al 1973 John Barth insegna alla
State University of New York a Buffalo. Sono gli anni della guerra
del Vietnam e della contestazione studentesca, che lo scrittore vive
in prima persona, appoggiandone le basi ideali ma non i metodi più
aggressivi:
"Per ragioni caratteriali più che ideologiche,
durante il periodo della guerra in Vietnam non presi parte – pur
simpatizzando coi loro intenti – alle grandi manifestazioni
pacifiste nelle nostre città. Per quelle meno grandi nelle nostre
università provai molta meno simpatia, specialmente per i sit-in, le
occupazioni, gli atti di vandalismo e di distruzione. [...] La guerra
era un errore, le scelte a cui costringeva i giovani americani di
pochi anni più grandi dei miei figli erano orribili, la sua
distruzione della legittima funzione dell'università riprovevole:
ma le università in quanto tali non erano né il nemico, né un
simbolo appropriato del nemico". Nel 1966 Barth pubblica Giles
ragazzo-capra,
un altro romanzo-fiume ambientato stavolta in un'immaginaria
mega-università, metafora del mondo intero in epoca di Guerra
Fredda. È un nuovo passo nella direzione della parodia
autoreferenziale tipica del postmoderno; la sua opera più
significativa in questo senso, quella più arditamente sperimentale,
è La
casa dell'allegria,
una “raccolta di racconti per carta stampata, nastro magnetico e
voce dal vivo”, che esce nel 1968 e lo consacra come uno dei padri
della letteratura postmoderna, ricevendo un'altra candidatura al
National Book Award.
Il
premio vero e proprio Barth lo vincerà con il successivo Chimera
(1972), una raccolta di tre racconti lunghi che hanno per
protagonisti rispettivamente la sorella di Sheherazade e gli eroi
greci Perseo e Bellerofonte: di nuovo un raffinato e geniale gioco di
aggiornamento di materiale letterario preesistente.
Nel 1973,
dopo un breve periodo da visiting
professor alla
Boston University, Barth torna a vivere nel Maryland con la seconda
moglie, Shelly. Vengono affidati alle sue cure i corsi di scrittura
creativa alla Johns Hopkins University di Baltimora, incarico
accademico che abbandonerà solo nel 1995, per la
pensione.
All'intensa attività di insegnante Barth continua
ad affiancare la produzione narrativa: il romanzo LETTERS (1979) è
forse la sua opera più ambiziosa, in cui ricompaiono, in veste di
autori di un lungo scambio epistolare, i protagonisti di tutte le sue
opere precedenti. Seguono tre romanzi (Sabbatical,
The Tidewater Tales, The Last Voyage of Somediv the Sailor) ,
una raccolta di racconti (On
with the Story) e
un'opera semi-autobiografica (Once
Upon a Time):
i temi – con infinite, pirotecniche variazioni – restano nella
maggior parte dei casi gli stessi: la baia del Chesapeake, l'oceano,
i viaggi in barca a vela, una coppia di innamorati non più in
giovane età, una pletora di allusioni ai personaggi della narrativa
di ogni tempo, da Sinbad a Ulisse a Don Chisciotte all'amata
Sheherazade; ma sempre di più il tema principe della narrativa
barthiana è l'atto stesso del narrare. In ogni storia si apre una
nuova storia, autore e personaggi si confondono: John Barth è il
campione della cosidetta metafiction, che alla linearità del
realismo oppone una ricchezza pluridimensionale – e a volte molto
cerebrale – di piani narrativi. In questa vena anche l'ultimo –
finora – suo romanzo, Coming
Soon!!! (2001)
tutto basato sulla competizione fra un anziano e celebre insegnante
di scrittura e un suo brillante allievo alla Johns Hopkins
University.
Dagli anni Sessanta a oggi Barth è stato inoltre
autore di un gran numero di articoli, introduzioni, interventi
critici in occasione di seminari e convegni: due dei suoi saggi, “The
Literature of Exhaustion” e “The Literature of Replenishment”,
rispettivamente del 1967 e del 1979, sono considerati fra i
fondamentali scritti teorici del postmodernismo.
Al momento,
Barth continua ad abitare nel Maryland (nel piccolo centro di
Chestertown, a pochi chilometri dalle sponde del “suo”
Chesapeake) e ha appena terminato una nuova raccolta di racconti, Ten
Nights and a Night,
che negli Stati Uniti uscirà per Houghton Mifflin nel 2004.
