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Ho amato persino la pietra, di Tarana Turan Rahimli, edito da Ikl Cuscino di stelle e prefato da Sergio Camellin

Ho amato persino la pietra, di Tarana Turan Rahimli, edito da Ikl Cuscino di stelle e prefato da Sergio Camellin

Ho amato persino la pietra – Tarana Turan Rahimli – Il Cuscino di stelle – Pagg. 44 – ISBN 9791280659637 – Euro 10,00



Prefazione


L'autrice Tarana Turan Rahimli, nota poetessa dell'Azerbaigian, mostra come la poesia abbia un linguaggio semantico universale. La magistrale traduzione dall'inglese all'italiano della brillante Claudia Piccinno dà una pregnante conferma in tal senso. Ebbene, la silloge: “Ho amato persino una pietra” (Edi-zioni Il Cuscino di Stelle), vaga nel fantastico mondo dell'amore, con le sue molteplici sfaccettature, pure con cenni autobiografici. L'opera inizia con la poesia: “Mi riconosceranno dal mio amore”, che è un significativo incipit per entrare nell'originale mondo di Tarana. Perché originale? Perché sull'amore c'è tutto e il contrario di tutto: verità, bugie, crudezze, dol-cezze, perplessità, angosce, felicità, dolori, religiosità, vita, morte, contraddizioni. Spesso la Poetessa utilizza il titolo della poesia e lo inserisce anche alla fine, quindi, la ripetizione del titolo stesso enfatizza il tema principale del componimento, in una sorta di messaggio subliminale Freudiano. Nella poesia “La vita è un treno veloce”, cita il buon Dio come in di-versi suoi componimenti: // Mio Dio, che mi sta accadendo? Chi mi fa rimanere senza fiato? Chi affretta la vita? Chi si affretta dentro di me? //. Quindi, in questa lirica, il suo essere sembra appeso a quattro interrogativi, scevri della parola amore che, comunque, si legge tra le righe, ove l'attualità diviene ieri in fretta. La chiusa è un inno poetico: // Oggi diventa ieri all'improvviso, vado ad abbracciare il giorno dopo. Non vivo la mia vita, ci volo solo sopra //.

Nella poesia “Buongiorno, Roma!”, si evidenzia una dolce malinconia per la Città eterna, Vaticano incluso. // Il tuo sole mi sorride in pieno in-verno…Vecchio, grande Vaticano! Lascia che in-torno a te sia sempre una vita felice. Ehi, palcoscenico del Teatro di Marcello! Che tu sia sempre perso nel silenzio! Stai lontano dai “giochi” della scena mondiale; incanta il mio spirito. Della tua fama immortale. Buongiorno, Roma! Buongiorno, Roma! “.

Il punto esclamativo, che la Poetessa utilizza, è un “punto ammirativo”, per segnalare un tono di sor-presa e di gioia. Nella poesia “Sono una donna”, la psicologia femminile viene tracciata con mano sa-piente e fine abilità, facendo un simpatico contraddittorio: “Non sono un pittore, non sono un compositore, nemmeno un giardiniere… ma conosco molti colori che la maggior parte degli artisti non conosce: I colori dell'amore, del desiderio, del dolore…

Con l'opera “Cado sulla strada in cui ti allontanasti dal mio sguardo”: // Non mi hai riconosciuto, per-ché ero un piccolo albero, mi hanno tagliato prematuramente, non ho avuto alcuna ombra… Sono coperta dal dolore del mio futuro. Cado sulla strada in cui ti allontanasti dal mio sguardo. Io ti cercherò là //. Nonostante tutto, l'autrice che si identifica simbolicamente nel personaggio citato, confida nel fu-turo. Allora, si tratta di una silloge nella quale coesiste l'equilibrio tra una lettura introspettiva e la riflessione, o meglio, un viaggio attraverso le sensazioni e le emozioni di un animo poetico estremamente sensibile, ma allo stesso tempo fermo e deciso I versi si snodano tra sentimenti, luoghi e ricordi, tessendo un variegato intreccio tra la parola amore e la durezza della pietra. In conclusione, l'elegante io poetico di Tarana Turan Rahimili, appare in ogni suo verso, a conferma della bellezza naturale che le appartiene.


Sergio Camellini