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La bomba umana, di Daniela Raimondi

La bomba umana, di Daniela Raimondi

La bomba umana

(Gwoza, Nigeria nordorientale. Giugno 2004)

di Daniela Raimondi



Cos'hanno fatto le mie mani prima di uccidere?

Hanno forse amato, sfamato bambini,

raccolto spighe nei campi?

Non importa.

Ora non ho più casa, non ho più amore.

Ho il corpo legato,

l'esplosivo stretto al seno come un figlio.

Sono una fata pronta ad esplodere,

un ordigno perfetto.

Sono un grido pieno di Dio.


La festa è iniziata.

Mi hanno messa in moto come un orologio.

La saliva è secca,

il mio respiro fermo come l'acqua.

È l'ora.

Apro la porta.

Vado.

Uccido.


Il mio bambino dorme legato alla mia schiena.

La sua vita è qui, finisce adesso,

segnata da questa santa morte.

Brillo come un astro, le vene accese.

Allah Akbar!

E libero con un gesto il mio terrore.

Odio, odio! Sei tu la mia liberazione,

tu il bacio fantasma del mio dio.


Da La donna più vecchia del mondo – Le cose che lasciamo morire (peQuod, 2025)