La nota irriverente, di Claudia Piccinno, edito da Il Cuscino di stelle e prefato da Ester Cecere
La nota irriverente – Claudia Piccinno – Il Cuscino di stelle – Pagg. 72 – ISBN 9788832014242 – Euro 12,00
Prefazione
É l'amore il fil rouge delle poesie di questa raccolta di Claudia Piccinno, l'amore per la vita che ha disatteso le promesse, per i genitori, per il figlio. E la sua voce poetica è ora un pianto sommesso ora un urlo iroso, rancoroso, colmo di rimpianto per l'amore negato; ora un accorato compianto per i genitori defunti; ora una dolcissima carezza per l'adorato figlio.
E leggiamo la donna più volte tradita nel suo legittimo bisogno d'affetto
E fu solo colpa dei miei passi
allenati a reiterar fiducia
nella più sterile delle illusioni,
quella di essere amata
malgrado le mie debolezze
(da Dal monologo di Cassandra)
e
Resta di quei giorni
una discarica di promesse,
differenziata raccolta di parole,
vuoti a perdere senza rimborso
(da L'ipotesi di te).
Leggiamo la sua solitudine infinita nella dolorosa metafora della colomba che sui fili elettrici cerca la scossa pur di scaldarsi (da Stalattite senza sfumature).
Leggiamo la sua amarezza per dover rattoppare continuamente un legame che, forse, non è mai esistito:
filo che rammenda
strappi non voluti
(da Esplicito silenzio).
Leggiamo il suo doloroso rammarico per l'ipocrisia nel fingere un dialogo amoroso, un'intesa che non c'è, nel simulare, pur di sopravvivere, che tutto vada bene:
Si indossano gli abiti della festa
per mascherare il vuoto
di una routine maldestra
(da Declamami una poesia).
E infine leggiamo il suo rancore in parole durissime
e non più conta in quale girone precipiterai
la pena del contrappasso
in quest'inferno affronterai
(da La pena del contrappasso)
e ancora
possa bruciare
nel tuo fuoco fatuo
(da Ed io ti maledico).
E da donna che soffre per grandi incomprensioni, il canto della Poetessa s'invola anche per tutte le donne che come lei sono incomprese e persegui-tate, fino ad essere private della vita.
Ricorda, quindi, quegli uomini tanto codardi da non avere neanche il coraggio di esplicitare la negazione del loro amore, complice la moderna tecnologia:
Non voglio essere un bip
sul cellulare
da visualizzare e lasciare in standby
(da Le affinità di uno strappo).
Esprime il suo affetto materno per Noemi, emblema di tutte le donne vittime di femminicidio:
Rinnegata
Vilipesa
Tradita
Infangata
Calunniata
Uccisa
Se questo è amore...
(da Addio stellina mia).
E da donna intelligente manifesta con forza la sua solidarietà di genere:
Giù le mani dagli alberi, non sarà un rametto giallo a tacitare anni di soprusi né uno spogliarello a restituirci quei diritti negati o barattati
(da Donne).
Ma dove la Poetessa trova la forza per continuare a vivere, per affrontare da sola una quotidianità tanto dolorosa e faticosa? Nella Poesia. La poesia è per Claudia ancora salvifica. Il canto poetico è liberatorio, catartico, energetico; è balsamo che lenisce le ferite dell'anima; è vento che rinfocola un fuoco morente:
Fu il caso o la buona sorte
la poesia fatta persona
che ripulì la polvere tiranna
e lucidò ingranaggi senza vita.
Riprendo la mia corsa
(da L'olio migliore).
E tuttavia da questa raccolta non emerge solo la Claudia bisognosa d'amore; emerge anche la Claudia che, nonostante tutto, ama, che con tenera dolcezza si prende cura della madre gravemente malata, premurosamente dissimulando una fine inesorabilmente vicina:
Additavo uno sciocco dettaglio
per distrarti dalla paura.
E ingannavamo il Natale
una volta ancora
col pranzo della festa
(da A un passo dall'addio).
Emerge la Claudia che ricorda il padre defunto intento a curare amorevolmente il suo giardino,
Promettono bene le tue arance,
le concimano ora le mie preghiere per te,
padre di cui ha tardivamente scoperto l'affetto in-sospettato
Per anni ho cercato la tua approvazione
intrufolando sassi nel giardino
(da Spremute d'arancia).
Ma la poesia di Claudia Piccinno è anche canto d'amore per il figlio, per i suoi alunni, persino per il suo gattino dacché, costretta a partire continuamente per recarsi nella città in cui vive la madre ammalata, deve provvedere a coloro che restano lì dove risiede
Io, pendolare dei cieli
per amore filiale
…
Io che la domenica
non andavo a messa
scopro un'altra forma
di preghiera
(da Pendolare dei cieli).
E riscopriamo con questi versi una verità spesso ignorata: amare è pregare, soprattutto quando ci si occupa di chi ha bisogno di noi. E nella donna non osservante troviamo la vera carità evangelica!
Senza amore non si può vivere, ribadisce la Poetessa, poiché l'amore è una mancanza che non passa, è un sole che brillerà dovunque/anche se la vita ha oscurato le finestre. In fondo, per vivere ci basta una scintilla. E dall'aereo si accorge che dall'alto tutto assume diversa prospettiva/l'amore resta la sola cifra dell'esistenza. L'amore dato e ricevuto/è il solo antidoto a ogni velenosa/deflagrazione, è il segreto/di quanto coraggio ci impone la vita.
Quanta verità in questi semplici versi!
É una poesia “vera” quella della Piccinno, che non ricorre ad artificiose e cerebrali costruzioni, una poesia che sgorga da un cuore che ha sofferto per un vissuto molto doloroso, una poesia nella quale ognuno può trovare una parte di sé. E non sta forse proprio in questo l'essenza della vera poesia? Dac-ché Salvatore Quasimodo affermava: “La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio”.
La versificazione della Piccino è libera, come libera è la sua anima; non si ingabbia in costrutti metrici. Versi lunghissimi, scevri da orpelli, mai stucchevoli anche quando esprimono lo strazio, anzi talvolta davvero duri, si alternano ad ipometri per dare voce ora al pianto, ora al canto, così come entrambi liberamente sgorgano.
E la sua voce poetica giunge “chiara e forte” al lettore che non può non rimanerne turbato e, finanche, scosso.
Ester Cecere
Scrittrice
Primo Ricercatore IRSA Taranto
