Tintinnio di lapislazzuli, di Bruna Cicala, edito da Fara e prefato da Claudia Piccinno
Tintinnio di lapislazzuli – Bruna Cicala – Fara – Pagg. 88 – ISBN 978-892930001 – Euro 10,00
Prefazione
Nel silenzioso dormiveglia
riverbera l'eco dei miei passi
sperduti, nell'isola che non c'è.
Hanno tutte le sfumature del blu i versi e i ricordi di Bruna Cicala, con screziature color oro e toni rosso violacei come al tramonto.
Vi è l'azzurro del cielo e l'eco dell'onda, ma soprattutto c'è la forza e la resilienza della donna:
Tu donna resti fulcro, retaggio di dolori.
Nel mare delle piaghe il sale non corrode
fino al levar del sole.
Di spargere sorrisi fanne tuo onore e vanto,
del tuo morire dentro, silenzioso canto.
Dei lapislazzuli hanno anche la robustezza e la variegata luce che occhieggia e induce ad esaminarsi: Oltre il vetro, senza inganno, / il pretesto di me stessa.
C'è in questa poetessa la consapevolezza dei limiti terreni, ma anche l'aspirazione a raggiungere la propria Itaca, l'isola che non c'è, quel mondo migliore a cui tutti aneliamo: Poi hai chiuso il cielo dentro gli occhi / a contemplare la tua destinazione.
Sono molteplici gli interrogativi che questo libro pone al lettore, dal potere della bellezza al valore del tempo, dal significato della memoria alla redenzione, eppure l'autrice ha raggiunto quella consapevolezza, quella saggezza che si esplicita non in rassegnazione, ma nella certezza che non tutto ci è dato comprendere, perché esiste la variabile del fato, della contingenza e dell'ignoto.
Oggi, non c'è niente da capire,
il tempo è inesistente
quanto dici già e passato
come folgore sul noce
come sibilo del vento
tra le labbra solo un fischio.
Questa raccolta è precedente al grave incidente che ha subito la poetessa, eppure ha in nuce come una profezia, quella sua filosofia di vita che gli eventi hanno avvalorato. Bruna è donna resiliente e di certo si è aggrappata all'amore per gli altri e per sé stessa, quando ha scelto di lottare ancora.
Claudia Piccinno
