La Piccinina, di Silvia Montemurro, edito da E/O e recensito da Katia Ciarrocchi
La Piccinina – Silvia Montemurro – E/O – Pagg. 192 – ISBN 9788833576701 – Euro 18,00
Non
conoscevo “La
Piccinina“,
ma ho avuto modo di scoprirlo quando l'ufficio stampa de “Il
Narratore”
mi
ha contattato per chiedermi di pubblicizzare l'audiolibro, edito da
loro. Incuriosita dalla proposta, ho deciso di ascoltarlo subito. Che
dire? Ne sono rimasta folgorata positivamente.
“La
Piccinina”
di Silvia
Montemurro è
un romanzo che ci catapulta nella Milano di fine Ottocento, un'epoca
di grandi cambiamenti industriali e sociali, ma anche di profonde
disuguaglianze.
La
storia di Nora, una bambina di soli sei anni costretta a lavorare
come piccola operaia, mi ha conquistata per la sua potenza narrativa
e per la forza emotiva con cui Silvia
Montemurro riesce
a tratteggiare un'epoca dura e crudele, ma anche ricca di speranza.
Attraverso le sue parole, ho vissuto la vita delle piccinine, giovani
lavoratrici sfruttate e dimenticate dalla società, costrette a
confrontarsi con un destino fatto di sacrifici e ingiustizie.
Il
personaggio di Nora è al centro di questo racconto, nonostante la
sua balbuzie e l'emarginazione che ne deriva, trova il coraggio di
ribellarsi a una vita già tracciata per lei. La sua lotta non è
solo personale, ma collettiva, poiché diventa un'eroina per le
altre piccinine, guidando il primo sciopero femminile minorile
d'Italia. Ho amato il modo in cui la Montemurro ha reso Nora non
solo un simbolo di resistenza, ma anche una ragazza in cerca di
affetto, desiderosa di un amore che, tuttavia, non diventa mai la sua
salvezza, perché Nora sceglie di affermare la sua indipendenza e
libertà.
Il
dolore per la perdita del padre durante le proteste del pane, e le
difficili condizioni di vita, spingono Nora a trasformarsi da bambina
indifesa a giovane donna determinata a cambiare il proprio destino.
Questa evoluzione tocca profondamente chi ascolta, mentre la voce
narrante dell'audiolibro rende la sua storia ancora più intensa e
vibrante, creando un legame profondo con Nora e con tutte le eroine
invisibili del passato.
L'amore,
in questo racconto, non assume mai i toni di una salvezza romantica,
piuttosto, è un desiderio di affetto e di protezione che trova
espressione nel rapporto tra Nora ed Emilio Longoni, un pittore che
la ritrae e che vede in lei la rappresentazione della condizione
delle oppresse.
Il
romanzo, per quanto ricco di sofferenza, è una celebrazione della
forza delle donne e del potere dell'emancipazione. Nora diventa
l'eroina di tante piccole vite invisibili, simbolo di un
cambiamento possibile. L'immagine finale, in cui Nora adulta si
riconcilia con la sua infanzia osservando il ritratto di sé stessa
da piccina, chiude il cerchio della sua evoluzione con una
consapevolezza toccante e profonda.
Montemurro
ci regala una narrazione cruda, ma ricca di speranza, che ci invita a
riflettere sul valore della libertà, della lotta sociale e del
coraggio femminile.
Katia Ciarrocchi
