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Isolina, di Daniela Raimondi

Isolina, di Daniela Raimondi

Isolina

di Daniela Raimondi



Isolina ride per strada,

muove le mani nell'aria

e saluta lo stormo di passeri in cielo.

Poi si siede nel metro di luce

che viene dal mare

e mangia un gelato, si lecca le dita.

Qualcuno la chiama ‘la scema'.

Lei rimane nello scarto di terra

fra la spiaggia e la vite.

Aspetta il pirata che sbuchi dall'orto,

la nave che vola sui prati.


Isolina senza amori o marito,

ché nessuno la vuole.

Isolina con gli occhi celesti

e la gonna coi fiori.

Ha il viso di una bimba che invecchia.

Porta in testa un cappello di paglia

e ai piedi scarpe grosse con i lacci e la para.

Quando arriva l'estate corre al fiume.

Cerca pesci dagli occhi di vetro,

pepite d'oro e foglie d'argento

nella melma che l'acqua trascina.

La incontri davanti alla chiesa

e ti ferma per strada, Isolina,

ti stringe le mani e ti dice contenta:

ma come sei bella!”


Da La donna più vecchia del mondo – Le cose che lasciamo morire (peQuod, 2025)