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La neve in fondo al mare, di Matteo Bussola, edito da Einaudi e recensito da Katia Ciarrocchi

La neve in fondo al mare, di Matteo Bussola, edito da Einaudi e recensito da Katia Ciarrocchi

La neve in fondo al mare – Matteo Bussola – Einaudi – Pagg. 192 – ISBN 9788806260651 – Euro 17,00



Dopo aver letto Il rosmarino non capisce l'inverno, mi sono immediatamente fiondata sull'ultimo lavoro di Matteo Bussola, amo profondamente il suo modo di narrare storie di vita, sempre impregnate di emozioni autentiche, di umanità e di uno sguardo mai giudicante.  La neve in fondo al mare conferma la sua straordinaria capacità di toccare le corde più profonde del cuore, è un romanzo che affronta tematiche delicate con rispetto ed empatia, raccontando non solo la complessità delle patologie che colpiscono i ragazzi, ma anche le sfide emotive che vivono le loro famiglie. Il libro ci porta nel reparto di neuropsichiatria infantile di un ospedale, un luogo dove il dolore e la fragilità si intrecciano con il coraggio e la resilienza.
Il racconto si sviluppa attorno a Tommy, un giovane paziente, e a suo padre Tano, un uomo che porta il peso di una colpa mai esplicitata ma profondamente sentita. Tramite loro, entriamo in contatto con un microcosmo di dolore condiviso: ogni bambino ricoverato lotta contro un proprio demone, che si manifesta in disturbi alimentari, autolesionismo, tentativi di suicidio o regressione psicologica. Allo stesso tempo, ogni genitore è costretto a confrontarsi con la propria impotenza, il senso di colpa per non aver riconosciuto i segnali in tempo e l'amore incondizionato che spinge a cercare una soluzione anche quando sembra impossibile.
Il romanzo ha un approccio corale, non si limita a raccontare la storia di una famiglia, ma si espande a includere altre vicende, come quella di Giacomo, aspirante webstar che ha tentato il suicidio, o di Eva, una ragazza che affronta un disturbo alimentare accompagnato da una regressione infantile. Queste storie si intrecciano, creando una narrazione che alterna momenti di dolore straziante a piccoli bagliori di speranza. Anche nei corridoi del reparto, tra i genitori, si costruisce una fragile rete di solidarietà, dove lo scambio di sguardi e parole può offrire conforto, ma anche riflettere paure inconfessate.
Bussola dipinge un quadro realistico e commovente, dove la sofferenza non è mai fine a sé stessa. Tra le pagine, emergono riflessioni profonde sull'importanza del dialogo, sulla fragilità dell'adolescenza e sull'urgenza di affrontare il disagio psicologico con empatia e ascolto. Il titolo stesso, La neve in fondo al mare, richiama qualcosa di raro e nascosto, proprio come la delicatezza dell'animo umano e la difficoltà di raggiungere e comprendere ciò che si trova nelle profondità del dolore.
La neve in fondo al mare è un invito a guardare oltre la superficie, a riconoscere che la sofferenza non è un fallimento, ma una parte della vita che, se affrontata insieme, può portare a nuove forme di comprensione e legami più autentici. Una lettura intensa e necessaria, capace di toccare corde emotive profonde e di aprire una riflessione sulle difficoltà dei giovani e sulle responsabilità della società nei loro confronti.


Citazioni tratte da: La neve in fondo al mare di Matteo Bussola

Funziona cosí anche con le persone, la vita è una gara di resistenza alle deformazioni e agli urti.
Non tutti vi reagiscono allo stesso modo. Ma il vero problema è che, quando si tratta di persone, non esistono regole matematiche universalmente valide. Ognuno di noi è un impasto unico che c'entra solo in minima parte con la biologia, e ha a che fare principalmente con la propria storia, con il periodo in cui si vive, con la maniera in cui si riesce ad adattarsi oppure a ribellarsi allo sguardo degli altri. L'umano è un materiale che muta le caratteristiche meccaniche nel tempo, attraverso crepe o fenditure spesso difficili da scorgere, a volte addirittura sotterranee. Per vederle servono occhi attenti, desiderio di conoscere, capacità di mettersi in discussione e nessuna soluzione pronto uso.

Si dice che a volte il destino sia una maschera per la colpa. Ci raccontiamo che le cose non potevano che andare in quella maniera per giustificare la nostra incapacità di farle andare in modo diverso.

È la vita di tutti che diventa una fotocopia sbiadita.
È il mondo che, di punto in bianco, è destinato a cambiare per sempre.

Perché il dolore che si vede è la spia di quello che non si vede. Di ciò che se ne sta là sotto, nascosto. È con quello che è piú difficile avere a che fare.

* Nelle citazioni riportate, non ci sono i riferimenti alle pagine, perché ho ascoltato il libro su Audible.



Katia Ciarrocchi


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