Il caso Meursault, di Kamel Daoud, edito da Bompiani e recensito da Siti
Il caso Meursault – Kamel Daoud – Bompiani – Pagg. 130 – ISBN 9788845280412 – Euro 16,00
Chi
è arabo? E si badi bene, non l'arabo.
Forse
un algerino che è stato ucciso da un francese o forse un algerino
che immagina la storia del fratello e della madre dell'arabo ucciso
nella storia immaginata da un francese? O forse ancora lo stesso
fratello che però si professa in fin dei conti un non
musulmano?
Mirabile
gioco di incastri fra un caso letterario e una contro inchiesta che
pare avere come protagonista Meursault, il piccolo impiegato de "Lo
straniero" di Camus, e finisce per avere al centro il fratello,
anch'egli impiegato, e la madre di un morto ammazzato, anonimo non
personaggio , l'arabo appunto, di un romanzo scritto da un francese
nato in terra algerina che rende protagonista un francese in terra
algerina.
La
chiave dell'inchiesta pare essere la medesima condizione di
estraneità che vive l'uomo, sia che sia arabo, francese, ateo in
terra cristiana o ateo in terra notoriamente musulmana.
Un
arabo non dovrebbe essere semplicemente un abitante della penisola
arabica?
Chi
è allora l'arabo?
Kamel
Dauod con il suo Premio Goncourt 2015 utilizza la categoria dello
straniero per tentare di oltrepassare le altre categorie: etniche,
culturali, religiose e perfino letterarie in un gioco metaletterario
che strizza l'occhiolino a Camus per restituire in fondo identità ad
un anonimato: l'arabo è l' algerino ma l'algerino non è detto che
sia un musulmano, sicuramente però l 'algerino è oggi un abitante
dell'Algeria, un ex colono francese, orgoglioso della sua
indipendenza. E arabo potrebbe essere qualsiasi francese nato in
terra algerina, come Camus.
Siti
