Modalità pausa, di Patrizia Fazzi, edito da Prometheus
Modalità pausa
di Patrizia Fazzi
Edizioni Prometheus
Poesia
Pagg. 80
ISBN 978-88-8220-357-3
Prezzo Euro 15,00
Una pausa necessaria
Il titolo della nuova raccolta poetica di Patrizia Fazzi è indubbiamente originale, ma ben si presta ai contenuti e alle finalità. Al riguardo c'è una poesia che dà il titolo all'intera silloge e che descrive una situazione esistenziale del tutto particolare, ma non inconsueta, cioè quell'essere in una condizione di sospensione che probabilmente esisteva anche in passato, ma che in un'epoca come la nostra, caratterizzata dall'assenza di contatti diretti, sostituiti da macchine, di cui noi siamo al contempo operatori e fruitori, è diventata la norma. Viviamo in una sorta di limbo di cui siamo consapevoli, ma anche arrendevoli; viene meno così quel contatto umano, indispensabile con una coesistenza, e che ci fa sembrare distratti, indifferenti, poveri soprattutto d'amore, sia quello che possiamo dare, sia quello che possiamo ricevere.
Per chi, anche come me, ha avuto un passato diverso, nemmeno tanto lontano, c'è la tendenza a ricordare, a farsi venire in mente come la mano teneva la penna che scriveva, un contatto diretto con un foglio esistente, e non certo elettronico.
Quando la poetessa scrive “.../ sentirsi non vivere ma / sopravvivere / nel turbinio epocale / da Cd a Pc / fino ai link, ripensando / alla boccetta d'inchiostro / nel calamaio del banco / ai pastelli di cera, alla magia / di un ricamo la sera. /…” si avverte forte un rimpianto per anni trascorsi, per un'infanzia su banchi di scuola in cui il tecnicismo attuale non era nemmeno pensabile e invece predominava il contatto diretto con cose, con penne e pennini e la mano si muoveva a comando dell'intelletto e del cuore.
Altri tempi, fonte solo di ricordi che a tratti ritornano, si affacciano e strappano un sorriso malinconico. E lo spazio sembra raccordarsi al tempo con “ricordi infilzati nel filo spinato del cuore”, immagine che molto più di altre mostra come il ritorno ad altre epoche, agli anni verdi è motivo di gioia, ma anche di dolore.
Questa raccolta sembrerebbe il canto d'addio a un mondo vetusto, il nostro, obnubilato da un'attualità spersonalizzante, in cui tutto è schematico, privo di colore e di calore.
E' forse superfluo dire che mi ritrovo con quanto scritto, visto che l'età, mia e quella della poetessa, se non uguale è però tale da averci fatto nascere in un tempo di cui non resta che il ricordo di chi vi ha vissuto, di un mondo che ormai appare morto, tanto è lontano da quello odierno.
Chi non desidera di noi, ormai vecchietti, che questo progresso frenetico rallenti, che ci lasci prendere un po' il fiato, che per dirla con un gergo corrente si possa inserire alla vita la modalità pausa?
Siamo stati, e ancora siamo, un giorno, il più lontano possibile non saremo, ma quanta gioia e anche malinconia ci dà il ricordare la nostra lontana e insostituibile gioventù.
Tutto si traccia, tutto si esprime in questa riuscita silloge, un quadro di memoria per chi del passato ha ormai solo nebbiosi ricordi, una curiosità per chi, nato dopo, appartiene al presente e anche al futuro.
Patrizia Fazzi è nata nel 1950 ad Arezzo, dove vive. Ha pubblicato le raccolte di poesie: Ci vestiremo di versi (Helicon, 2000, prefazione di G. Luti), Dal fondo dei fati (Edizioni del Leone, 2005, prefazione di G. Vizzari, Premio Firenze Fiorino d'Argento e Premio Tagete), L'occhio dei poeti (Edizioni del Leone, 2011, prefazione di P. Ruffilli, Premio Mario Conti), La conchiglia dell'essere – Poesie per Piero della Francesca (Le Balze, 2007, prefazione di L. Luisi, Premio Contini Bonacossi, e Polistampa, 2009, 2011, tradotta in inglese: The Shell of Being), Il filo rosso – Segno e simbolo nell'arte di Giampaolo Talani (Polistampa, 2008, prefazione di G. Faccenda, Premio Tagete), Finché ci sarà una nota (poesie dedicate alla musica, Prometheus, 2018), Il tempo che trasforma (Prometheus, 2020, prefazione di Paolo Ruffilli). Sue poesie sono presenti in varie antologie, tra cui A mio padre (Newton Compton, 2006) e F. Manescalchi, Poesia toscana del Novecento (Polistampa, 2009). Studiosa di Ottone Rosai, è autrice di sette saggi sull'artista, pubblicati su “Nuova Antologia”, negli “Atti dell'Accademia Petrarca” e in varie miscellanee. È autrice di saggi letterari sull'opera tra gli altri di Foscolo, Tozzi, il futurismo fiorentino, e di un saggio storico-artistico Villa degli Orti Redi-Un giardino aretino da riscoprire (con Anna Bartolini, Prometheus). Nel 2001 le è stato assegnato il “Premio Firenze” per la Saggistica per un saggio dedicato a “Via Toscanella” di Ottone Rosai. Nel 2014 ha ricevuto l'onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica. Dal 2020 è Presidente dell'Associazione Scrittori Aretini Tagete.
http://www.literary.it/autori/dati/fazzi_patrizia/patrizia_fazzi.html
http://patriziafazzi.blogspot.it/
Renzo Montagnoli

