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Lumen, di massimolegnani

Lumen, di massimolegnani

Lumen

di massimolegnani



Lascia una luce accesa, sull'uscio di casa o sul bancone di cucina, una candela al davanzale o una lanterna sospesa sul terrazzo verso il bosco. Lasciala accesa nella sera, a qualcuno servirà. E forse sarò io quell'uno, che se m'allontano so dove tornare.

Lascia una luce, prima del buio, a dire al mondo che c'è una casa intorno a quella luce. Passa il viandante, vede la solidità dei muri, ripensa al pane e al vino, ricorda il fuoco del camino che rischiara i volti nelle giornate nere. Non ha bisogno di bussare, non cerca asilo, gli basta quella luce per sapere che potrebbe, e confortato s'allontana.

Puoi essere tu il viandante se t'inoltri nelle giornate bianche che invitano all'aperto. Sai, il mondo dopo i vetri, l'acqua che scorre, le montagne, il mare, il richiamo dell'altrove, ovunque questo sia, e quella luce che lasci alle tue spalle ad orientarti come l'ago della bussola. Andare più lontano, al di là della corrente, oltre la prateria, superare i boschi, oltrepassare i fiori e sulle rocce della cima guardare la pianura, sapere quella luce come la vedessi, sentirti a casa. Che poi la casa non è il bicchiere in compagnia, non il letto sotto le coperte, non il divano davanti alle fiamme del camino, non la solidità dei muri, ma quella lanterna tremula che una sera a maggio hai acceso senza sapere che motivo c'era.