All’ultimo minuto
All'ultimo minuto
di Renzo Montagnoli
E' da un'ora buona che sto davanti allo schermo cercando inutilmente un'ispirazione. Ho provato ad ascoltare qualche accattivante colonna sonora di film, ma niente; sono passato allora alla musica classica e ancora niente. Per quanto mi sforzi, anzi più mi sforzo, meno riesco a focalizzare un'idea, anche perché proprio non ne ho, e poi con il tema che vorrei svolgere nemmeno l'ombra.
Si deve sapere che io gestisco un sito internet, un magazine che si chiama Arteinsieme, dove pubblico qualcosa di mio e anche di altri, poesie, racconti, recensioni, editoriali, e ai primi di novembre come tutti gli anni nella newsletter che invio a ogni aggiornamento invito a un'ulteriore collaborazione, pregando di mandarmi qualcosa sul Natale. Fino una decina di anni fa aderivano in diversi, così nell'imminenza di questa festività, potevo allestire un numero del magazine veramente interessante. Poi poco a poco gli arrivi sono scemati e allora io ho provato ad allargare la tematica, cioè non solo il Natale festività religiosa, ma anche l'atmosfera del periodo e per quattro-cinque anni c'è stata una ripresa dei collaboratori. Poi, complice anche il periodo del Covid, ho registrato un nuovo calo, sempre più marcato, al punto che addirittura quest'anno ho difficoltà anch'io ad aderire all'invito.
Do la colpa all'età, alle guerre in corso, alla stagione, non saprei però la causa, e arrivato a questo punto, con poca roba nel carniere e addirittura con niente di mio, francamente mi vergogno.
Oggi è una bella giornata di sole, provo a guardare la campagna ancora abbastanza verde, il cielo limpido a cui si accompagna una temperatura non proprio mite, insomma cerco l'ispirazione nella natura, ma niente, niente di niente.
A questo punto, quando manca poco all'inserimento dell'aggiornamento, occorrerebbe un miracolo. Penso, ripenso, mi sforzo, nulla, il buio assoluto.
All'improvviso sento un rumore, come un picchiettio contro i vetri della finestra del mio studio, mi volto a guardare ed è lui, il merlo che da alcuni anni mi tiene compagnia in giardino, visto che ha messo casa sul melograno. Questo esserino, che immagino sia sempre lo stesso anche se non sarei capace di notare le differenze, perché invece magari è un figlio, poco a poco si è abituato a una convivenza. Prima timidamente veniva a prendere le briciole che buttavo nel prato, poi giorno dopo giorno si è avvicinato alla sedia su cui normalmente mi metto e io ho lasciato cadere i minuscoli pezzetti di pane sempre più vicino ai miei piedi. Ormai quasi mi viene sulla mano e quando taglio l'erba del prato mi segue per mangiare gli insettini che la macchina fa sollevare dal suolo. E' in estate però che questo amico pennuto si rende più simpatico, perché quando parte l'impianto di irrigazione corre davanti a un getto, apre le ali e si fa una doccia rinfrescante. Un giorno particolarmente torrido, ma con l'impianto di irrigazione automatica che non era in funzione, ha avuto un comportamento che non avrei mai immaginato. E' saltellato fino ai miei piedi, poi è corso davanti a un getto e ha aperto le ali, poi è ritornato da me ed è nuovamente corso davanti al getto. Ho intuito che così mi chiedere di aprire l'impianto, il che ho fatto con sua grande gioia, visto che subito si è precipitato a rinfrescarsi.
Picchietta ancora, ma che vuole? Lo guardo, mi guarda, e ho un'intuizione scendo in cucila a sbriciolare un pezzetto di pane, risalgo, apro la finestra. Lui si sposta, metto le briciole sul davanzale, richiudo i vetri e lui comincia a mangiare. Quando finisce, mi guarda, picchietta di nuovo contro il vetro e poi vola via. Mi ha salutato e a modo suo mi ha ringraziato.
La natura è semplicemente stupenda e riserva tante sorprese, basta che la sappiamo osservare. Forse questa esperienza non può essere considerata un racconto di Natale, ma questo dialogo senza parole fra un umano e un uccellino è uno di quei miracoli che forse possono avvenire solo a Natale.

