Il canto
del bosco
di Renzo Montagnoli
Al calar delle tenebre
in una notte senza luna,
il cielo coperto da nubi,
s'agita il bosco al vento
che scende dal nord
a spezzare la calura del giorno.
Quel che pare un mormorio
di fronde cullate dall'aria
è invece un canto disperato.
Sono voci smorzate,
il tono sommesso,
quasi una preghiera
rivolta a Dei ormai sordi.
Di genti che qui vissero,
di vite di giorni passati,
di gioie e dolori,
di ardori di innamorati,
di sogni spesso mai realizzati,
è questo il canto,
un requiem maestoso
che invoca il ricordo
di posteri immemori
di ciò che è stato.
E alle prime lame di luce
di un'alba di un giorno
uguale a tanti altri,
il tono s'alza in un acuto,
subito strozzato
dalla certezza di una speranza
irrimediabilmente fugata.
Da Canti
celtici (Il Foglio, 2007)