Fantasmi
sfrattati
di
Renzo Montagnoli
Scendeva
la strada,
poi
curvava a sinistra
e
risaliva la collina.
Lì
finiva davanti a una casa
dai
muri scrostati,
dalle
imposte sconnesse,
dalle
erbacce padrone del giardino.
Era
da anni senza abitanti
nessuno
più ricorda
chi
fossero un tempo
Qualcuno
dice due vecchi soli,
altri
una famiglia d’ebrei
scomparsa
nei fumi di Auschwitz.
Ho
sentito parlare di grida notturne
di
fantasmi che s’aggiravano fra quei muri
favole
assai probabilmente
ma
sempre conserva una casa qualcosa
di
chi a lungo l’ha occupata.
Ed
è con sorpresa, che tornato
in
quel luogo, non trovo più nulla,
solo
una cima nuda, brulla,
nemmeno
un albero o un prato.
Si
dice che qualcuno abbia comprato
e
abbattuto per poi lì costruire
il
posto è bello le albe da sogno
e
i tramonti d’incanto
ma
quel mistero mai svelato
di
chi prima vi avesse abitato
quei
fantasmi chiacchierati
e
ora sfrattati come inquilini morosi
o
hanno trovato finalmente la pace
o
continueranno a girare su quel cocuzzolo
la
notte andranno a bussare alla porta
smuoveranno
le tegole
ululeranno
alla luna
povere
anime senza più dimora
costrette
a un esilio senza speranza.
Da
La
Pietà
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