Il reduce
di Renzo Montagnoli
C'era forse un
motivo
per
cui la guerra scoppiò
c'era
ma
nessuno lo sapeva
e così
dalla
quiete di giorni di sole
si
passò al clamore delle armi
niente più
passeggiate in riva al fiume
non
più notti d'amore
ma un
unico tempo senza ore
lontano da
ogni umana realtà
un
giorno senza fine
solo
orrore, ansia, paura
e il
rimorso che dentro strideva
come
una corda di violino
un
unico suono lacerante
che
superava ogni fragore
sempre
presente
ancor più
forte
nel
silenzio della battaglia finita.
Tanti sono
rimasti su quel prato
ma
tutti restano in me
che
intraprendo la via del ritorno
alla
casa che un giorno ho lasciato
a un
mondo che non sarà
mai
più come prima.
Quanto dolore
per una guerra
il cui
motivo nessuno sapeva
anche se
c'era.
Tenebre di
colpo calate
su un
giorno di quiete
solo
per dissetarsi alla fonte del potere,
un'arsura
che fa uscire di senno
che
nulla fa vedere
se non
l'acqua miracolosa da conquistare
e che
mai spegnerà questa sete.
Troppi fiori
recisi
e a
quelli che la lama ha solo sfiorato
resta
il rimorso di esserci ancora.
di non
poter dimenticare
una
follia senza onore
sia
per il vinto che per il vincitore.
(da
Canti celtici II)