Adagio per archi
di Renzo Montagnoli
Si stinge
l'azzurro del cielo
in
diafani riflessi di luce
e
mentre a occidente
un
purpureo velluto
saluta
il sole che va
a
oriente s'increspa d'ombra
un
orizzonte ancor più indefinito.
Scende la sera
con il suo
nero
mantello
in una
quiete che di colpo
coglie
un mondo prima frenetico.
S'alza un
alito di vento
una
carezza che mi sfiora
ma che
cala fino al cuore
in una
dolce malinconia
a cui
tutto m'abbandono
in un
ricordo del passato
che
scivola lieve
su un
animo rasserenato.
Nel buio che
lesto arriva
rinasce
la speranza
nel domani di un'alba radiosa
alla
quale alla fine di ogni giorno
sempre
con fede m'affido.
E un lento
adagio per archi
mi
suona dentro
a
rallentare un'ora
che
troppo veloce passa
perché
è dolce questo stacco
fra
luce e buio
un'atmosfera
di intensa serenità
in cui
chiara e forte
s'avverte
la gioia di vivere,
un
grido muto
che
vibra come le corde di un violino
in un
concerto dedicato a me.
(da Lungo
il cammino)