Avanti,
Savoia!
Miti
e disfatte che fecero l’Italia (1848-1866)
di
Gianni Rocca
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Saggistica
storica
Pagg.
336
ISBN
9788804374657
Prezzo
Euro 15,00
Avanti,
ma più spesso indietro
“Una
pioggia di decorazioni avrebbe successivamente cercato, trincerandosi
dietro l’eroismo dei singoli, di nascondere le responsabilità
dei Comandi. Sarebbe così nata la consuetudine
dell’esaltazione dei caduti, che cancellando gli errori dalla
memoria storica del paese gli avrebbe impedito di trarne i necessari
insegnamenti, e consentito alle classi dirigenti di rivolgere
l’accusa di nemico della patria a chiunque osasse criticare
l’operato dei vertici militari.”
Queste
lapidarie parole sono le conclusioni che Gianni Rocca trae alla fine
di questo saggio storico che, se non dice nulla di radicalmente
nuovo, ha però il pregio di evidenziare i motivi per i quali
nelle nostre tre guerre d’indipendenza
non
solo non riuscimmo ad arrivare a determinanti vittorie, ma furono
costellate da una serie di confitte, spesso vergognose. E fu buon per
noi se ottenemmo almeno in parte gli scopi prefissati, grazie ai
successi dei nostri alleati. Non si discute sul coraggio dei nostri
soldati, sempre presente tranne rari normali casi, si pone invece il
dito sulla frequente disorganizzazione e impreparazione, sul basso
livello degli alti comandi, spesso caratterizzati da menefreghismo, o
peggio ancora, da pavidità e da invidie reciproche. Se in fin
dei conti la sconfitta nella prima guerra di indipendenza poteva
essere giustificata da un esercito sabaudo di non adeguate
dimensioni, certi episodi avrebbero dovuto dare luogo ad
approfondimenti, onde non cadere ancora nello stesso errore. Ci fu il
tradimento, o meglio la disobbedienza agli ordini ricevuti da parte
del generale Gerolamo Ramorino, che ebbe il suo peso nella sconfitta
patita a Novara, e che pagò la
sua colpa con la morte mediante
fucilazione, ma non si colse, o non si volle cogliere, la necessità
di preparare al meglio gli ufficiali di rango superiore, senza che il
loro unico merito fosse quello di essere dei nobili piemontesi. Andò
un po’ meglio nella seconda guerra di indipendenza, laddove a
San Martino fermammo l’avanzante ala destra austriaca,
sostenendo così al centro i francesi che colsero una grande e
sanguinosa vittoria a Solferino. Le pene più grandi, però,
vennero dalla terza guerra di indipendenza, con un’altra
sconfitta sul campo a Custoza, con due comandanti in campo che non si
intendevano (generali Alfonso La Marmora ed Enrico Cialdini), con la
solita impreparazione, particolarmente accentuata dalla mancata
conoscenza delle posizioni e della consistenza delle forze
avversarie, e con un pressapochismo che avrebbe potuto trasformare
una sconfitta in una disastrosa ritirata, visto che non era stato
stilato un piano per questa eventualità e che non ci fu il
tracollo solo perché gli austriaci, stanchi della giornata,
preferirono non insistere nell’attacco. E infine, ciliegina
sulla torta, il dramma di Lissa, con la nostra fortissima squadra
navale comandata dall’inetto Carlo Pellon di Persano, quasi
fatta a pezzi dalla più modesta flotta austriaca ben condotta
dall’abile e ardimentoso Wilhelm von Tegetthof. Per fortuna
che vinsero i nostri alleati Prussiani, così che l’Austria
ci cedette il Veneto, per il tramite della Francia, come era accaduto
per la Lombardia nella seconda guerra di indipendenza, insomma un
esplicito riconoscimento delle nostre scarse virtù belliche.
Rocca
ha eseguito un lavoro molto accurato e così emergono chiare le
nostre carenze, che non mancano nemmeno in occasione della spedizione
dei Mille, ma che non possono essere imputate a Garibaldi, bensì
all’esercito piemontese.
Avanti,
Savoia! è un libro di
gradevolissima e utile lettura.
Gianni
Rocca (Torino, 22
ottobre 1927 – Roma, 20
febbraio 2006)
è stato un
giornalista italiano, fra i fondatori del quotidiano La Repubblica.
A partire dagli anni ottanta si è dedicato anche a scrivere
opere di riflessione storica che hanno avuto grande successo. Al
riguardo, fra le più note, si ricordano Cadorna, il
generalissimo di Caporetto; Fucilate gli ammiragli. La tragedia
della Marina italiana nella seconda guerra mondiale; L’Italia
invasa: 1943 – 1945; Stalin: quel “meraviglioso
georgiano”; Caro revisionista, ti scrivo….
Renzo
Montagnoli
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