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  Recensioni  »  Le cose, di Vito Moretti, edito da Tabula Fati 09/10/2017
 

Le cose

di Vito Moretti

Edizioni Tabula Fati

www.edizionitabulafati.it

Poesia

Pagg. 176

ISBN 978-88-7475-586-8

Prezzo Euro 14,00



Il linguaggio delle cose



Di Vito Moretti ho avuto occasione di leggere La polvere sul cucù, una raccolta di racconti sulla grandezza degli umili e Luoghi, una silloge poetica frutto di impressioni di viaggio. In entrambi i casi mi sono trovato di fronte a opere di gradevole lettura, per niente superficiali, ma che, senza approfondimenti eccessivi, tuttavia lasciano qualcosa dentro di sé, un incisione lieve, ma senz’altro duratura. Indubbiamente l’autore ha un talento innato, impreziosito dagli anni di studi e probabilmente anche dalle esperienze maturate in qualità di docente universitario.

Le cose, altra raccolta poetica, parte da un presupposto imprescindibile e di cui spesso nemmeno ci accorgiamo: gli oggetti, per loro natura inanimati, arrivano a un momento che diventano cose, cioè ricordando fatti ed eventi del nostro trascorso finiscono con l’essere parte inscindibile dall’esistenza stessa. Gli oggetti sono amorfi, si considerano per la loro funzione, ma nel momento in cui, invecchiando con noi, sono capaci di suscitarci la memoria acquistano come un’anima, diventando appunto cose. La penna con la quale si è scritta la prima lettera d’amore, il divano sul quale ci si scambiate le prime affettuosità, lo scalcinato ombrello con il quale, stretti stretti, ci si è riparati dalla pioggia e via dicendo, diventano parte di noi stessi, ricordano e rievocano, sono testimoni della nostra esistenza (Ogni cosa, tutto / mi pare perfetto, / il nespolo che resiste / al gelo, la collina / che cala nel suo buio, / il fuoco che arde per me / e per il cane, la via / che si è fatta deserta./ Anche il vetro è uno spolvero / d’umido che lascia lontane / le ore, e la casa é / la memoria che vi abita / le pietre di una torre / cresciuta fino al cielo.).

Le cose hanno un linguaggio pertanto, un linguaggio per ognuno di noi, per le sensazioni che ci fanno rivivere, per le emozioni che ci fanno riprovare (Tutto ha il suo richiamo, / un modo di ripetersi / nella cavità della conchiglia, / un brusio che parla di intrecci / e di comete. /….).

Un po’ in dialetto, un po’ in italiano si esprimono le cose, parole, versi che Moretti traspone sulla carta lasciando trasparire l’emozione che prova, la sensazione che il passato riesca a dare un senso al presente e anche al futuro.

Da leggere, senz’altro.







Vito Moretti vive tra San Vito Chetino, dove è nato, e Chieti, dove risiede; è docente universitario, scrittore e poeta in lingua e in dialetto. Ha esordito meno che ventenne e ha tenuto incontri culturali e letture di poesie in Russia, in Francia, in Irlanda, in Turchia, negli Stati Uniti e in altre località, sia in Europa che in Italia.
     Dopo alcune “plaquettes” (riproposte nel vol. 
Una terra e l’altra. Ristampe e inediti. 1968-1979, a cura di Massimo Pamio, Pescara, Tracce, 1995), ha pubblicato N’andìca degnetà de fije (ediz. premio, Catanzaro, 1984), La vulundà e li jurne (Roma, Ediz. dell’Ateneo, 1986), Temporalità e altre congetture (Bologna, Cappelli, 1988), Déndre a na storie (Firenze, Editoriale Sette, 1988), Il finito presente(Roma, All’Insegna de «L’Occhiale», 1989), Le prerogative anteriori (Udine, Campanotto, 1992), Da parola a parola(Bari, Laterza, 1994), ’Nanze a la sorte (Venezia, Marsilio, 1999), Di ogni cosa detta (Pescara, Tracce, 2007), L’altrove dei sensi (Lanciano, Carabba, 2007), Con le mani di ieri (ivi, 2009), Luoghi (Chieti, Tabula fati, 2011), La case che nen ze chiude (ivi, 2013) e Dal portico dell’angelo (Pescara, Tracce, 2014). 
     Ha pubblicato anche due vol. di narrativa: 
Nel cerchio della tartaruga. Prose, incontri e qualche storia (Chieti, Métis, 1996) e La polvere sul cucù (Chieti, Tabula fati, 2012). 
     I suoi interventi teorici compaiono in V. Moretti, 
Le ragioni di una scrittura. Dialoghi sul dialetto e sulla poesia contemporanea (a cura di Enrico Di Carlo, Pescara, D’Incecco, 1989). 
     Nel campo della saggistica, Moretti ha pubblicato numerosi studi sulla cultura dal Settecento al Novecento, con particolare riguardo alle aree del verismo e del decadentismo e a Gabriele d’Annunzio, di cui ha reso noto carteggi e scritti inediti; ha promosso numerosi convegni e seminari sulla letteratura abruzzese e nazionale, con la stampa dei relativi Atti, e ha curato l’edizione critica o la riproposta in volume di opere di vari autori. 
     Moretti, infine, è responsabile di alcune collane editoriali, sia per la scrittura saggistica che per quella creativa. Per la sua attività di poeta ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti (fra cui l’«Acciaiuoli», il «Versilia-Marina di Carrara», il «Tagliacozzo», il «Bari-Magna Graecia», il «Premio Alghero», il «Pisa-Calamaio di Neri», il «Montesilvano», il «Pescara», lo «Scanno») e lavori monografici redatti da Massimo Pamio (
Il filo lungo della parola. Contributi per una lettura di Vito Moretti, Chieti, Vecchio Faggio, 1991), da Vittoriano Esposito (Segni di scrittura. Aspetti e temi della poesia di Vito Moretti, Roma, Bulzoni, 1994), da Dante Cerilli (L’enigma e la forma. Introduzione alla poesia di Vito Moretti, Bari, Laterza, 1995), da Toni Iermano (Nelle più care dispute. Vito Moretti e i suoi trent’anni con la poesia, Roma, Bulzoni, 1998).
     La sua bibliografia completa compare in 
Studi offerti a Vito Moretti, a cura di Gianni Oliva, Lanciano, Carabba, 2012, pp. 269-293



Renzo Montagnoli


 
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