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  Recensioni  »  Il piccolo caporale. Napoleone alla conquista dell'Italia 1796-97 e 1800, di Gianni Rocca, edito da Mondadori 01/12/2017
 

Il piccolo caporale

Napoleone alla conquista dell'Italia, 1796-97 e 1800

di Gianni Rocca

Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.

Saggistica storica

Pagg. 214

ISBN 978-8804410492

Prezzo Euro 14,46



L’ascesa irresistibile di Napoleone



Non c’è che dire: Napoleone Bonaparte deve molto all’Italia, perché se diventò nel bene e nel male quel grandissimo personaggio che è stato molto lo deve al nostro paese, grazie a quelle due campagne di guerra condotte in Liguria, Piemonte, Lombardia e Veneto fra il 1796 e il 1800 che lo consacrarono definitivamente come uno dei più grandi condottieri della storia. Era preparato, era un abile stratega, sapeva imporre un alto ascendente sulle truppe, ma, soprattutto, era anche molto fortunato perché una delle sue vittorie più belle, quella ottenuta sugli austriaci il 14 giugno 1800 nelle campagne di Marengo, fu merito di un suo generale, Desaix, che nell’occasione cadde in combattimento e che tramutò in successo una altamente probabile sconfitta dovuta a un madornale errore di valutazione di Napoleone stesso. Ciò nulla toglie alle sue qualità militari, che ben si accompagnavano a quelle politiche, visto che aveva fiutato per tempo la crisi del Direttorio e che anche ricorrendo alla forza lo aveva fatto sostituire con tre consoli, di cui lui era il primo e dotato di pieni poteri.

E’ indubbiamente interessante questo saggio di Gianni Rocca che ripercorre l’ascesa di Napoleone appunto con la conquista dell’Italia, considerato un fronte secondario nella lotta fra la Francia e gli stati monarchici europei, ma che il piccolo corso trasformerà in fronte principale, capace quindi con i suoi risultati di condizionare l’esito dell’intero conflitto. Curioso poi è il modo con cui, secondo criteri strettamente storici, viene svolto il tema, immaginando l’esistenza di un inviato speciale (l’autore stesso) al seguito dell’esercito francese in quelle campagne, un giornalista molto particolare che osserva e annota a fianco del futuro imperatore. In questo modo, senza che si finisca nel romanzo storico, la narrazione diventa molto scorrevole, a tutto vantaggio della gradevolezza della lettura.

Il Napoleone descritto da Rocca è quel genietto che ben conosciamo, vanitoso, mai contento del successo ottenuto, in preda di una fortissima stima di sé che se lo porta a ottenere grandi risultati, talvolta invece lo conduce alla catastrofe, come appunto nel caso di Marengo, evitata per un soffio dall’intuito e dall’eroismo di un suo sottoposto.

Da leggere, ovviamente.





Gianni Rocca (Torino22 ottobre 1927 – Roma20 febbraio 2006) è stato un  giornalista italiano, fra i fondatori del quotidiano La Repubblica. A partire dagli anni ottanta si è dedicato anche a scrivere opere di riflessione storica che hanno avuto grande successo. Al riguardo, fra le più note, si ricordano Cadorna, il generalissimo di Caporetto; Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale; L’Italia invasa: 1943 – 1945; Stalin: quel “meraviglioso georgiano”; Caro revisionista, ti scrivo….


Renzo Montagnoli


 
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