Il
piccolo caporale
Napoleone
alla conquista dell'Italia, 1796-97 e 1800
di
Gianni Rocca
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Saggistica
storica
Pagg.
214
ISBN
978-8804410492
Prezzo
Euro 14,46
L’ascesa
irresistibile di Napoleone
Non
c’è che dire: Napoleone Bonaparte deve molto all’Italia,
perché se diventò nel bene e nel male quel grandissimo
personaggio che è stato molto lo deve al nostro paese, grazie
a quelle due campagne di guerra condotte in Liguria, Piemonte,
Lombardia e Veneto fra il 1796 e il 1800 che lo consacrarono
definitivamente come uno dei più grandi condottieri della
storia. Era preparato, era un abile stratega, sapeva imporre un alto
ascendente sulle truppe, ma, soprattutto, era anche molto fortunato
perché una delle sue vittorie più belle, quella
ottenuta sugli austriaci il 14 giugno 1800 nelle campagne di Marengo,
fu merito di un suo generale, Desaix, che nell’occasione cadde
in combattimento e che tramutò in successo una altamente
probabile sconfitta dovuta a un madornale errore di valutazione di
Napoleone stesso. Ciò nulla toglie alle sue qualità
militari, che ben si accompagnavano a quelle politiche, visto che
aveva fiutato per tempo la crisi del Direttorio e che anche
ricorrendo alla forza lo aveva fatto sostituire con tre consoli, di
cui lui era il primo e dotato di pieni poteri.
E’
indubbiamente interessante questo saggio di Gianni Rocca che
ripercorre l’ascesa di Napoleone appunto con la conquista
dell’Italia, considerato un fronte secondario nella lotta fra
la Francia e gli stati monarchici europei, ma che il piccolo corso
trasformerà in fronte principale, capace quindi con i suoi
risultati di condizionare l’esito dell’intero conflitto.
Curioso poi è il modo con cui, secondo criteri strettamente
storici, viene svolto il tema, immaginando l’esistenza di un
inviato speciale (l’autore stesso) al seguito dell’esercito
francese in quelle campagne, un giornalista molto particolare che
osserva e annota a fianco del futuro imperatore. In questo modo,
senza che si finisca nel romanzo storico, la narrazione diventa molto
scorrevole, a tutto vantaggio della gradevolezza della lettura.
Il
Napoleone descritto da Rocca è quel genietto che ben
conosciamo, vanitoso, mai contento del successo ottenuto, in preda di
una fortissima stima di sé che se lo porta a ottenere grandi
risultati, talvolta invece lo conduce alla catastrofe, come appunto
nel caso di Marengo, evitata per un soffio dall’intuito e
dall’eroismo di un suo sottoposto.
Da
leggere, ovviamente.
Gianni
Rocca (Torino, 22
ottobre 1927 – Roma, 20
febbraio 2006)
è stato un
giornalista italiano, fra i fondatori del quotidiano La Repubblica.
A partire dagli anni ottanta si è dedicato anche a scrivere
opere di riflessione storica che hanno avuto grande successo. Al
riguardo, fra le più note, si ricordano Cadorna, il
generalissimo di Caporetto; Fucilate gli ammiragli. La tragedia
della Marina italiana nella seconda guerra mondiale; L’Italia
invasa: 1943 – 1945; Stalin: quel “meraviglioso
georgiano”; Caro revisionista, ti scrivo….
Renzo
Montagnoli
|