Crepuscolo
di
Kent Haruf
Traduzione
di Fabio Cremonesi
NNEditore
www.nneditore.it
Narrativa
romanzo
Pagg.
320
ISBN
978-88-99253-29-5
Prezzo
Euro 18,00
La
storia siamo noi
Secondo
volume della Trilogia della pianura, Crepuscolo, come
per gli altri, è ambientato nel Colorado, a Holt, immaginaria
cittadina rurale che, pur tuttavia, appare notevolmente realistica,
riassumendo caratteristiche di numerosi analoghi insediamenti
americani. Ancora una volta Kent Haruf dimostra le sue straordinarie
qualità di narratore, capace di rendere avvincenti fatti che
sono per lo più del tutto ordinari. Lo stile asciutto, ma non
povero fa sì che il romanzo avvinca il lettore dalla prima
all’ultima pagina, grazie a un’ambientazione che si
potrebbe definire quasi perfetta e a personaggi, che pur nella loro
normalità sono portatori di storie e situazioni di
straordinaria umanità. Non c’è un preciso filo
conduttore, ma ci sono storie, all’apparenza del tutto
autonome, che poi finiscono per l’incrociarsi, una serie di
racconti accomunati solo dal luogo, appunto Holt, e dalla volontà
dell’autore di farci conoscere personaggi che finiscono con il
diventare protagonisti, come è il caso del ragazzino DJ
Kephart che vive con l’anziano nonno, unico parente rimastogli,
essendo orfano e che ha un disperato bisogno di comunicare con
qualcuno della sua età, trovandolo in una coetanea vicina di
casa, o i coniugi Luther e Betty Wallace, e i loro due giovani figli,
che vivono ai margini della società a carico della pubblica
assistenza, o ancora la vicenda dei fratelli anziani e scapoli Harold
e Raymond McPheron che un giorno hanno accolto e assistito Victoria
Roubideaux, una giovane con la sua bambina piccola. Sono figure che
normalmente potrebbero apparire anonime, ma occorre considerare che
ognuno di noi ha una sua storia, unica e irripetibile, che molto
probabilmente non sarà mai conosciuta. Ecco, Haruf vuol far
conoscere le storie per niente straordinarie di gente come noi e che
tuttavia rivela qualità insospettabili, sovente non note agli
stessi interessati. Per lo più aleggia una certa malinconia,
ma l’abilità dell’autore sta nello stemperarla, di
accennarla e, soprattutto, di lasciare spazi, magari dopo tanto
dolore, alla speranza. E’ questo il caso dei McPheron, che,
poco dopo che la ragazza che avevano ospitato li ha lasciati,
unitamente alla sua bambina, per seguire i corsi universitari, vanno
incontro a quello che avevano sempre temuto, cioè l’assoluta
solitudine, assoluta perché Harold muore ucciso da un toro e,
benché i vicini e anche Victoria Roubideaux stiano per quanto
possibile accanto al superstite Raymond la vita non è più
la stessa e l’uomo ha bisogno di ben altro, non di affetto, ma
di amore, ed è bello vedere quanto si presti una famiglia
amica affinché ciò avvenga. I primi approcci di un uomo
anziano, che mai aveva avuto donne, sono di una bellezza incredibile
e inevitabilmente emozionano e commuovono.
A
Holt, che a prima vista può sembrare un agglomerato urbano in
cui regna la monotonia, invece si nasce, si vive, si ama e si muore,
certamente come in tutto il mondo, ma ciò che conta è
che la storia di ognuno, con suoi pregi e con i suoi difetti, è
lo specchio di un’umanità di cui siamo parte. Altri
luoghi, certo, altre latitudini, ma non c’è nulla di più
bello di accorgersi che la storia non è tanto quella scritta
sui libri di scuola, non è quella dei personaggi famosi,
perché la storia siamo noi.
Un
capolavoro.
Kent
Haruf (1943-2014)
è stato uno dei più apprezzati scrittori americani, ha
ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Whiting Foundation Award
e una menzione speciale dalla PEN/Hemingway Foundation. Con il
romanzo Il
canto della pianura è
stato finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book
Prize, e al New Yorker Book Award. Con Crepuscolo,
secondo romanzo della Trilogia della Pianura, ha vinto il Colorado
Book Award. Benedizione è stato finalista al Folio Prize.
Renzo
Montagnoli
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