Pablo
Storie
di Sicilia
di
Aurelio Caliri
Edizioni
Arte e Musica
Narrativa
racconti
Pagg.
244
ISBN
9788890242403
Prezzo
Euro 14,00
Sogni
di gioventù
Tipo
strano questo Aurelio Caliri, e non solo perché si cimenta
nella letteratura, nella musica e nel disegno, in ogni caso con
risultati di eccellenza, ma soprattutto perché, nonostante non
sia più giovane, affronta la vita con l’entusiasmo e
l’ingenuità di un bambino. E’ un vulcano di idee e
non fa in tempo a tradurne in pratica una che già si danna per
un’altra maturata all’improvviso. Come ho già
avuto modo di scrivere di lui, in un articolo che nelle mie
intenzioni tendeva a delinearne l’aspetto psicologico, Caliri
vive perennemente in un sogno che gli offre gli spunti per mettere in
pratica le sue tendenze artistiche e se la musica resta la principale
e il disegno una piacevole variante, la letteratura e in particolare
la narrativa finiscono con il diventare una testimonianza di questa
vita in sogno. E’ anche questo il caso di Pablo
Storie di Sicilia, una
raccolta di racconti che potremmo definire i risultati dei flussi di
memoria dell’autore e che se letti e osservati con particolare
attenzione rivelano nei protagonisti le caratteristiche salienti del
loro ideatore. Si tratta per lo più di persone che cercano di
dare un senso alla propria vita, che tentano di percorrere una strada
e quando questa viene interrotta non demordono, perché
sembrano dire, pur provati dalla delusione, che domani è un
altro giorno e che perciò si deve ricominciare. Tuttavia, se
qualcuno pensa che si tratti di confessioni, con l’inevitabile
pathos intimistico, si sbaglia, perché sono storie che forse,
partendo magari da una minuzia, si sviluppano sull’onda della
creatività in una narrazione che ha il pregio di essere agile
e leggera, e quindi mai stancante. In questi racconti non pochi sono
quelli in cui si parla di una ricerca dell’amore da parte di
protagonisti giovani, il che mi fa supporre che il tema, più o
meno sentito da tutti, abbia avuto un peso particolare nella vita di
Caliri, né una mania, né un’ossessione, ma
comunque un argomento di grande rilevanza che viene trasfuso in tutte
le sue implicazioni nei personaggi, che, guarda caso, spesso e
volentieri maturano un sogno d’amore. Non mancano comunque
altre tematiche e in proposito credo che qualcuno, speranzoso di
trovare le classiche storie siciliane (indicate nel sottotitolo) di
passioni, di drammi, di infruttuose ribellioni resterà deluso,
perché della Sicilia abbiamo poche tracce, delineate dai
paesaggi ben descritti e da rari spunti di classica atmosfera locale,
in quanto l’autore non solo ha privilegiato l’aspetto
intimistico degli attori, ma ci ha mostrato una Sicilia in divenire,
già lontana dagli stereotipi, in buona parte fondati, degli
anni ante 1968.
Si assiste così a una carrellata di protagonisti, per lo più
timidi e speranzosi, che in non pochi casi destano tenerezza per i
loro insuccessi amorosi e per gli atteggiamenti impacciati con i
quali cercano di contattare il soggetto del desiderio. Se esce
un’immagine della Sicilia non è pertanto quella
classica, di cui ho prima cennato, ma di un luogo che va superando
ristrette mentalità per cercare di stare al passo con i tempi
o comunque di rincorrere l’evoluzione dei costumi.
Alla
formazione di questa immagine non poco concorrono i disegni
dell’autore che rappresentano invece una Sicilia antica, un
contrasto che accentua lo spirito moderno della parte narrativa,
circostanza che risulta ancora più evidente per il fatto che
Caliri ha riportato anche gli spartiti delle musiche create nel
tentativo di far rivivere atmosfere lontane nel tempo, di quando per
le strade girava il pianino a manovella; comunque, per chi, come me e
penso molti altri, non è in grado di leggere la musica non c’è
da avere paura, perché l’autore ha pensato anche a
questo, allegando al libro il cd con la sua esecuzione personale,
tranne per il brano La danza
del tuono, eseguito dal figlio
Federico e dal noto pianista Bruno Canino.
Sono
dell’idea che Pablo
Storie di Sicilia meriti
di essere letto, specialmente se qualche volta sorge il desiderio di
abbandonarsi al sogno, quando la vita si fa più dura o
comunque quando si avverte venir meno la speranza di un cambiamento.
Nativo
di Buscemi (SR), Aurelio
Caliri
si è laureato in Filosofia all’Università di
Messina ed ha insegnato materie letterarie nelle scuole Medie.
Nell’86 ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi a tempo
pieno all’attività musicale e al disegno, con
particolare attenzione ai paesaggi siciliani. Prima dell’avvento
del cd, ha pubblicato quattro album; quindi il libro “Sicilia
ieri e oggi”, una storia inusuale dell’Isola vista
attraverso testi, musiche, immagini e racconti, tradotto in lingua
tedesca e diffuso dalla Società Italiana “Dante
Alighieri” in Germania.
Le
sue molteplici composizioni sono state eseguite in Italia e
all’estero e illustri interpreti, tra cui il tenore Giuseppe Di
Stefano, hanno cantato le sue canzoni. Ha tenuto concerti per le reti
Rai ed ha composto dei brani strumentali che hanno fatto parte delle
colonne sonore di diverse trasmissioni televisive e dei film
“Nerolio” e “Il macellaio”, per la regia di
Aurelio Grimaldi.
Ha
collaborato per molti anni col pittore-poeta Salvatore Fiume di cui
ha musicato alcune poesie d’amore. Questo lavoro ha dato vita
ad un concerto e a un cd, “Ballate d’amore”, di
prossima pubblicazione.
Nel
96 ha conosciuto la poetessa Alda Merini e da questo incontro è
nato un sodalizio artistico che si è concretizzato in una
rappresentazione teatrale molto delicata e intensa. Artista
eclettico, scrive anche poesie e racconti, presenti, oltre che in
antologie collettive, anche in La
voce del vento,
un’autobiografia, e appunto in Pablo
Storie di Sicilia.
Renzo
Montagnoli
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