Il
segreto di Ortelia
di
Andrea Vitali
Garzanti
Libri
Narrativa
romanzo
Pagg.
159
ISBN
9788811687184
Prezzo
Euro 9,90
Un’insperabile
ironia
Si
è spesso detto che Andrea Vitali per certi aspetti è il
successore di quel grande narratore che è stato Piero Chiara;
personalmente non sono d’accordo, perché troppa è
la differenza di classe artistica fra l’uno e l’altro, e
non basta certo la medesima ambientazione di piccolo paese della
provincia per colmarla. Tuttavia, almeno in questo Il segreto di
Ortelia, il romanziere di Bellano si avvicina a quello di Luino,
in una prova dall’esito felice e in cui si narra di una sorta
di piccola “Dynasty”. La vicenda di Amleto Serva,
giovane garzone senza arte né parte di un commerciante di
bestiame che grazie a un matrimonio intraprende una carriera
senz’altro rilevante è di per sé motivo
d’interesse, ma se a ciò aggiungiamo il carattere
sanguigno del soggetto, la voglia smodata di prestazioni sessuali che
la moglie, purtroppo, per un difetto fisico non può soddisfare
si comprende come la creatività questa volta abbia messo in
campo più di un argomento a favore di un’opera
attraente. E’ necessario anche precisare che l’unica
volta che Amleto è riuscito a congiungersi con la moglie
Cirene, nonostante i dolori indicibili della stessa, c’è
stato il concepimento di una figlia, Ortelia appunto. L’ambizione
dell’uomo, succeduto nel negozio di macelleria del suocero, lo
porta a raggiungere traguardi sempre più alti, ma gli rende
anche la vita quasi intollerabile al punto che, su consiglio del
medico di famiglia, decide di entrare a far parte di una congrega di
crapuloni e puttanieri, altro argomento di potenziale interesse. E
in effetti, vuoi per il dipanarsi senza intoppi della vicenda, vuoi
per un’insperata ironia che accompagna la narrazione, Il
segreto di Ortelia è uno di quei libri che paiono ispirati
a una delle opere di Piero Chiara, e non solo per le caratteristiche
della trama. In queste pagine Vitali ha forse profuso il meglio di
stesso, in un particolare momento di grazia, con una pacatezza, e
senza mai un eccesso, che sono assai probabilmente le grandi qualità
del romanzo. Inoltre, a differenza di altre sue opere, non è
lunga, direi anzi che è breve, così che tutta la storia
è un riuscito concentrato che non potrà che risultare
gradito al lettore.
Dopo
aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco,
Andrea
Vitali
si
laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed
esercita la professione di medico di base nel suo paese
natale.
Scrittore
molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il
procuratore,
ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio
letterario Piero Chiara con L'ombra
di Marinetti,
ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una
finestra vistalago (Premio
Grinzane 2004).
Nel
2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La
figlia del Podestà; nel
2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway.
Tra
i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La
leggenda del morto contento e Zia
Antonia sapeva di menta.
Nel 2012 Galeotto
fu il collier e Regalo
di nozze.
L'anno successivo escono Le
tre minestre,
lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di
Ilide ce n'è una sola.
Nel 2014 Quattro
sberle benedette, Premiata
ditta Sorelle Ficcadenti e Biglietto,
signorina!;
nel 2015 La
ruga del cretino,
scritto con Massimo Picozzi, Le
belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi
benedetti, Un amore di zitella (tutti
editi da Garzanti). Nel 2016 Nel
mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le
mele di Kafka (Garzanti)
e Viva
più che mai (Garzanti).
Da
ricordare che con il romanzo Almeno
il cappello (edito
nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il
Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei
letterati ed è stato finalista al Premio Strega.
I
suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in
molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone.
Renzo
Montagnoli
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