Almeno
il cappello
di
Andrea Vitali
Garzanti
Libri
Narrativa
romanzo
Pagg.
405
ISBN
9788811686064
Prezzo
Euro 17,60
L’affabulatore
Sono
tentato di aprire e, contemporaneamente, chiudere il discorso a
proposito di questo Almeno
il cappello scrivendo
semplicemente che si tratta del solito Andrea Vitali, cioè che
presenta le caratteristiche di tutti i suoi numerosi romanzi, non
pochi e forse anche troppi, che hanno una trama che si svolge
prevalentemente a Bellano, sul lago di Como, con tanti personaggi
tipici di una piccola realtà sempre meno evidente in una
società impersonale come la nostra. Sono tentato anche per
pigrizia perché in fin dei conti le opere di questo autore
lasciano ben poca traccia nell’animo del lettore, ma sono un
ottimo mezzo per trascorrere piacevolmente alcune ore. Però,
se mi astenessi dal comprendere il perché del successo di
Vitali, di questa smania che prende chi legge a passare da un suo
romanzo all’altro benché consapevole del modesto
spessore letterario, non tributerei all’autore il giusto
risalto che dovrebbe avere. Questa sua innata capacità di
tessere una tela principale, non evanescente, anzi fitta, in cui
confluiscono altre storie, semplici, ma non banali, con personaggi
caratterizzati da una ben precisa personalità non è
cosa che si possa incontrare facilmente, così come l’indubbio
talento di narrare in modo convincente, per non dire affascinante,
storie inventate e in fondo poco dotate di credibilità, sono
tutti elementi per un giudizio che non deve essere superficiale.
Certo in Almeno il cappello
questo ragionier Geminazzi, in preda al sacro furore della musica,
che fra mille difficoltà vuole trasformare una semplice
fanfara in una banda di paese, sembrerebbe di primo acchito un
protagonista un po’ sciapo, se Vitali non avesse l’abilità
di porgli accanto delle spalle ancor più interessanti e
interpreti di storie proprie. E’ forse questo il segreto del
narratore comasco, cioè percorrere un sentiero principale, con
brevi e rapide variazioni di percorso, che procedono quasi in
parallelo, per poi confluire in un’unica strada a conclusione
di un lavoro che forse non è convincente, ma è capace
di attrarre in modo continuativo.
Credo
che Vitali più che essere definito un romanziere possa essere
soprattutto considerato un affabulatore, peraltro un abile
affabulatore, qualità che fra alti e bassi, ma con un livello
complessivamente più che discreto caratterizza tutta la sua
produzione, pure
per questo
Almeno il cappello,
capace di strappare qualche risata, ma anche di commuovere, insomma
un libro senz’altro da leggere.
Dopo
aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco,
Andrea
Vitali
si
laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed
esercita la professione di medico di base nel suo paese
natale.
Scrittore
molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il
procuratore,
ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio
letterario Piero Chiara con L'ombra
di Marinetti,
ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una
finestra vistalago (Premio
Grinzane 2004).
Nel
2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La
figlia del Podestà; nel
2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway.
Tra
i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La
leggenda del morto contento e Zia
Antonia sapeva di menta.
Nel 2012 Galeotto
fu il collier e Regalo
di nozze.
L'anno successivo escono Le
tre minestre,
lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di
Ilide ce n'è una sola.
Nel 2014 Quattro
sberle benedette, Premiata
ditta Sorelle Ficcadenti e Biglietto,
signorina!;
nel 2015 La
ruga del cretino,
scritto con Massimo Picozzi, Le
belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi
benedetti, Un amore di zitella (tutti
editi da Garzanti). Nel 2016 Nel
mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le
mele di Kafka (Garzanti)
e Viva
più che mai (Garzanti).
Da
ricordare che con il romanzo Almeno
il cappello (edito
nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il
Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei
letterati ed è stato finalista al Premio Strega.
I
suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in
molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone.
Renzo
Montagnoli
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