1918:
la fine della Grande Guerra.
Altipiani,
Grappa, Piave, Vittorio Veneto
di
Antonio Badolato e Armando Rati
Presentazione
di Giuseppe Montecchio
Sometti
Editoriale
www.sometti.it
Storia
Pagg.
232
ISBN
9788874952991
Prezzo
Euro 15,00
L’anno
del riscatto
Nei
giorni caotici della nostra ritirata di Caporetto erano ben pochi
quelli disposti a scommettere su una rivincita dell’esercito
italiano: troppi i nostri militari caduti prigionieri, notevoli le
perdite negli armamenti, in particolare nelle artiglierie,
consistenti, per non chiamarle cospicue, le quantità dei
generi alimentari cadute in mano al nemico. Soprattutto, i timori
maggiori venivano dal profondo stato di sconcerto e di sconforto
delle nostre truppe. Arretrarono fino al Piave, la linea di estrema
difesa, ma sarebbero riusciti i nostri militi a fermare il nemico
incalzante? Contrariamente a tante paure, a una quasi rassegnazione
all’inevitabile, avvenne il miracolo. Quei soldati, fino a
pochi giorni prima demotivati, stanchi, affranti, strinsero i denti e
si batterono come leoni, inchiodando gli austriaci sulla sponda
sinistra. Più che da un desiderio di riscatto erano mossi
dalla certezza che senza uno sforzo immane il nostro paese, e così
le loro case, i loro familiari, le loro attività sarebbero
cadute in mano al nemico. A ciò aggiungasi che un previdente
intuito del generale Cadorna, sorto dopo l’arresto nel 1916
della famosa Strafexpedition, aveva portato a fortificare quel
bastione naturale che era il Monte Grappa, con la costruzione anche
di una strada lunga una trentina di chilometri, sebbene larga solo
tre metri. In quei primi giorni del novembre 1917 e fino a tutto il
dicembre dello stesso anno lì si decisero le sorti della
guerra, che nel 1918 fu ancora sanguinosa, soprattutto nella famosa
battaglia del solstizio, l’ultimo disperato tentativo degli
austriaci di sfondare le nostre linee e di dare una svolta al
conflitto. Non ci riuscirono, li respingemmo e quindi la vittoria
arrise a noi. Seguirono giorni di preparazione alla nostra stoccata
definitiva che avvenne con la celebre battaglia di Vittorio Veneto,
decisiva per le sorti della guerra. Antonio Badolato e Armando Rati
hanno voluto parlarci di questo 1918 in un bellissimo saggio storico
intitolato appunto 1918: la fine della Grande Guerra.
Giorno per giorno ci fanno rivivere le grandi battaglie, i piccoli
scontri che ci portarono dall’inferno al paradiso, con una
scrittura lineare e notevolmente avvincente. L’opera è
divisa in otto capitoli, ognuno dei quali stilati dall’uno o
dall’altro storico (per l’esattezza tre da Armando Rati e
cinque da Antonio Badolato), e affronta tanti temi, alcuni dei quali
spesso trascurati da altri saggisti, come nel caso del sesto capitolo
in cui Antonio Badolato ci parla dell’attività di
spionaggio, del movimento di resistenza nelle province invase e delle
difficili condizioni di vita della popolazione civile. Ma se l’anno
chiave è il 1918 il libro va oltre perché nell’ottavo
capitolo redatto da Armando Rati si parla dell’esercito
italiano dall’armistizio alla pace, con riferimento a quasi tre
anni, cioè fino al 1920, relazionando dettagliatamente sulla
smobilitazione, sul ritorno dei prigionieri, sull’occupazione
dell’Alto Adige e sulle nostre operazioni militari all’estero,
fino alla conclusione dell’avventura fiumana. Si tratta quindi
di un’opera di estremo interesse e di grande valore, con il
supporto di una bibliografia di storici di comprovata capacità
e serietà. Appare evidente, quindi, che la lettura è
senz’altro consigliata.
Antonio
Badolato è
nato a Guastalla nel 1951;
proviene dagli studi di giurisprudenza e da una lunga esperienza
professionale nel ruolo di direttore di risorse umane e
organizzazione, maturata in noti istituti di credito. Badolato è
giornalista pubblicista, ha pubblicato diversi saggi di argomento
storico, ed è inoltre Maggiore di complemento del Genio
Alpino.
Armando
Rati è
un generale dell’esercito originario di Acquanegra sul
Chiese in provincia di Mantova. Laureato in pedagogia, a
indirizzo storico, ormai congedato, si occupa di storia,
prevalentemente militare. Ha così pubblicato numerosi saggi,
fra i quali 1918:
la fine della Grande Guerra, 4°
Reggimento artiglieria contraerei 1926-2003, Caporetto, I
bersaglieri nel Risorgimento (1848-1870), L'80°
Fanteria - La lunga storia eroica di un Reggimento mantovano
diventata leggenda , La
fulgida epopea della Divisione Pasubio, Giacomo Desenzani un
generale castiglionese nella Grande Guerra,
tutti editi da Sometti.
Renzo
Montagnoli
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