La
strana guerra.
1939-1940:
quando Hitler e Stalin erano alleati e Mussolini stava a guardare
di
Arrigo Petacco
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Storia
Pagg.
204
ISBN
9788804583042
Prezzo
Euro 19,00
La
stasi del fronte occidentale
Venne
all’epoca definita, e non a torto, la strana guerra quello
stato di ostilità dichiarato fra la Germania e gli alleati
anglo-francesi e che cominciò il 1° settembre del 1939
dopo che le forze tedesche si erano impadronite di mezza Polonia
(l’altra metà invece fu occupata dall’Unione
Sovietica, legata al Terzo Reich da un patto di non aggressione). In
effetti, sul fronte occidentale, con i francesi insediati dentro le
fortificazioni della linea Maginot, che si sbandierava invalicabile,
con gli inglesi acquartierati alla fine di questa lungo una linea che
arrivava fino al mare del Nord e un numero assai più ridotto
di truppe tedesche a fronteggiarli, era logico pensare, più
che a uno stato di guerra, a una tregua armistiziale. In realtà,
se lì non si combatteva, in altri luoghi c’erano gli
scontri, battaglie, anche furiose, sul mare fra la marina da guerra
inglese e le navi corsare naziste. Se questo periodo di pace
apparente durò fino al maggio del 1940, allorché le
forze corazzate tedesche dilagarono in Francia all’improvviso,
su terra e in altri posti si combatté, e non poco, come
l’epico scontro fra la piccola Finlandia e il gigante russo che
incredibilmente rischiò di soccombere, o come l’occupazione
primaverile della Danimarca e della Norvegia, che si risvegliarono ai
passi degli scarponi chiodati tedeschi. Perché questa
apparente tregua? Quali furono i reali motivi e gli scopi? Arrigo
Petacco cerca di rispondere a queste domande, senza tuttavia riuscire
a sciogliere il nodo intricato dell’apparenza che ha nascosto
chissà quali calcoli, non ultimo quello ipotizzato secondo il
quale Hitler intendeva assicurarsi l’alleanza con Francia e
Inghilterra per una guerra congiunta contro il comunismo sovietico.
Siamo certamente nel campo delle illazioni, non ci sono prove
documentali, né testimonianze di rilievo che possano
avvalorare questa motivazione, così come si brancola nel buio
cercando di dare una spiegazione logica alla decisione del dittatore
nazista di fermare la corsa delle sue armate corazzate onde
consentire agli inglesi, ristretti nella sacca di Dunkerque, di poter
tornare in patria. Voleva dare un segnale di rispetto per un popolo
di origine tedesca? Intendeva arrivare a una spartizione dei poteri,
con la Gran Bretagna a dominare i mari, e il folle dittatore,
terragno per natura, a regnare incontrastato sull’Europa
continentale? Come è possibile notare in questo saggio di
Petacco ci sono tante domande senza risposte, o al massimo con delle
formulazioni di ipotesi; di conseguenza, non c’è da
sperare di avere notizie in grado di chiarire atteggiamenti e scopi
di un uomo ormai preda del suo delirio di onnipotenza e tanto meno
non è possibile avere qualche definitiva delucidazione dai
comportamenti del suo alleato Benito Mussolini, ormai
irrealisticamente portato a giocare d’azzardo con la pelle
degli altri.
E’
evidente che Petacco, storico coerente e preciso, non poteva che
riferire le ipotesi, magari sostenendo una piuttosto che un’altra
e così La strana guerra (così è
intitolato il suo saggio storico) finisce con il diventare un’opera
di completa e minuziosa descrizione di quello che fu parte del primo
anno della seconda guerra mondiale, un lavoro che si fa apprezzare
anche perché non risulta mai tedioso, anzi è di facile
e gradevole lettura.
Arrigo
Petacco
(Castelnuovo
Magra 1929 - Porto Venere 2018), è stato un giornalista e
inviato speciale, direttore della «Nazione» e di «Storia
illustrata». Scrittore e saggista molto prolifico, ha
sceneggiato numerosi film e scritto diverse trasmissioni televisive a
tema storico per la Rai. Nel suo lavoro di giornalista, per il quale
nel 1983 ha vinto il Premio Saint Vincent, ha avuto modo di
intervistare alcuni tra i protagonisti della Seconda guerra mondiale.
Tra i suoi libri, in cui affronta tematiche storiche spesso intrise
di mistero e ribalta verità giudicate incontestabili,
ricordiamo Joe
Petrosino (1978,
da cui è stato tratto uno sceneggiato Rai), Dear
Benito, caro Winston. Verità e misteri del carteggio
Churchill-Mussolini (1985),
La nostra guerra. 1940-1945 (1997),
Regina. La vita e i segreti di Maria Josè di Savoia (1998),
L'esodo. La tragedia negata degli italiani d'Istria, Dalmazia e
Venezia Giulia (1975
e 2000),
L'armata nel deserto. Il segreto di El Alamein (2002),
Il prefetto di ferro. L'uomo di Mussolini che mise in ginocchio la
mafia (1977
e 2004, da cui è stato tratto un film),
L'uomo della provvidenza. Mussolini, ascesa e caduta di un
mito (2006),
La strana guerra. 1939-1940: quando Hitler e Stalin erano alleati e
Mussolini stava a guardare (2008),
Il regno del Nord. 1859: il sogno di Cavour infranto da
Garibaldi (2009),
La principessa del Nord: la
misteriosa vita della dama del Risorgimento: Cristina di
Belgioioso (1993
e 2009), L'ultima
crociata. Quando gli Ottomani arrivarono alle porte
dell'Europa (2009), Quelli
che dissero no. 8 settembre 1943: la scelta degli italiani nei campi
di prigionia inglesi e americani (2011), Eva
e Claretta. Le amanti del diavolo (2012), A
Mosca, solo andata. La tragica avventura dei comunisti italiani in
Russia (2013), La
storia ci ha mentito. Dai misteri della borsa scomparsa di Mussolini
alle «armi segrete» di Hitler, le grandi menzogne del
Novecento (2014)
e Nazisti
in fuga. Intrighi spionistici, tesori nascosti, vendette e tradimenti
all'ombra dell'Olocausto (2014),
tutti editi da Mondadori. Inoltre, ha scritto i monumentali volumi
de La
seconda Guerra Mondiale (1979), Storia
del Fascismo (1982)
e Storia
d'Italia dall'Unità ad oggi (1987)
per Curcio. Nel 1986 gli è stata conferita
l'onorificenza di Commendatore, su proposta dell'allora Presidenza
del Consiglio.
Renzo
Montagnoli
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