Il
morto in piazza
di
Ben Pastor
Sellerio
Editore Palermo
Narrativa
romanzo giallo
Pagg.
410
ISBN
9788838936630
Prezzo
Euro 15,00
Buona
la trama, meno la conclusione
Kaputt
Mundi finisce con gli alleati che entrano a Roma e con il
tenente colonnello von Bora che per ultimo lascia la città per
raggiungere il reggimento che comanderà. Se questa era la
grande aspirazione dell’ufficiale tedesco viene però
subito frustrata dalla necessità impellente e inderogabile di
raggiungere uno sperduto paesino abruzzese alla ricerca di un
confinato e, soprattutto, di alcune lettere che il Duce gli avrebbe
consegnato, relative al carteggio Churchill – Mussolini, dalla
portata esplosiva immensa, assai pericolose per diversi alti
ufficiali dell’Abwehr, ma soprattutto per l’Italia con
le dure norme dell’occupazione nazista che potrebbero
inasprirsi a livello tale da provocare un genocidio. Trova l’esiliato
politico e ha la certezza che conservi questa pericolosa
corrispondenza da qualche parte, anche se sarà difficile
convincerlo a metterla a sua disposizione; inoltre c’è
un fatto nuovo che giunge a ingarbugliare ancor più una
matassa già di per sé difficile da sbrogliare: sulla
piazza del paese viene rinvenuto il cadavere di un giovane
sconosciuto morto ammazzato. Inizia così Il morto in
piazza, quarto volume della serie con protagonista von Bora
che ho letto con interesse e con il consueto piacere, anche se questa
volta ho un appunto da fare, pur essendo la vicenda in grado di
attrarre notevolmente; infatti, se il contrasto fra i caratteri
dell’avvocato confinato, più in linea con la sua
deontologia morale, e l’ufficiale tedesco, eternamente
combattuto fra la sua coscienza e il dovere del soldato, percorre
l’intera opera dandole sostanza e se, come al solito, paesaggi
e atmosfere sono perfettamente ricreati, tuttavia la soluzione del
giallo del morto ammazzato, con l’identificazione del
colpevole, reo di altri due precedenti omicidi, non è del
tutto convincente, tanto più che nello stringere le indagini,
accelerando il ritmo, è facile perdere il filo del discorso,
quando invece il lettore dovrebbe essere messo nella condizione di
assaporare, goccia a goccia, il piacere della scoperta.
Ciò
che intendo dire, per farla breve, è che questa volta, a
differenza delle precedenti, la trama gialla non è ben
congegnata e arrivati all’ultima pagina forse si può
convenire con l’autore che il colpevole sia proprio quello, ma
che certo la via per arrivare a tale conclusione è talmente
aggrovigliata da far sembrare che più il caso che la logica
portino alla soluzione.
In
ogni caso, chi legge non ha molto da lamentarsi, perché
permangono l’eccellente stile di una narratrice che sembra aver
trovato nel giallo storico il modo per esprimersi al meglio.
Ben
Pastor,
nata a Roma, docente di scienze sociali nelle università
americane, ha scritto narrativa di generi diversi con particolare
impegno nel poliziesco storico. Della serie di Martin Bora Sellerio
ha già pubblicato Il
Signore delle cento ossa (2011), Lumen (2012), Il
cielo di stagno (2013), Luna
bugiarda (2013), La
strada per Itaca (2014), Kaputt
Mundi(2015), I
piccoli fuochi (2016), Il
morto in piazza (2017)
e La
notte delle stelle cadenti (2018).
Premio
Flaiano 2018
Renzo
Montagnoli
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