La
storia ci ha mentito.
Dai
misteri della borsa scomparsa di Mussolini alle «armi segrete»
di Hitler, le grandi menzogne del Novecento
di
Arrigo Petacco
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Saggistica
storica
Pagg.
209
ISBN
9788804679981
Prezzo
Euro 13,00
La
verità è una chimera
Le
bugie o le menzogne in tempo di guerra sono pane quotidiano e poi a
conflitto terminato la storia viene scritta dai vincitori, ovviamente
preoccupati di non ristabilire la verità; in relazione a ciò
lo scopo che si è proposto l’autore con questo saggio è
di dare ascolto alle istanze degli sconfitti, senza tuttavia arrivare
a determinare con certezza quella che è la verità.
Infatti Arrigo Petacco ha inteso soprattutto fare l’avvocato
del diavolo, ponendo in luce incongruenze, comportamenti strani già
ben noti, con il tentativo, a puro livello di ipotesi, di fornire una
spiegazione. Rientra in queste fattispecie anche il silente fronte
occidentale per buona parte del primo anno di guerra e che sembrò
frutto di una tregua non sottoscritta. I motivi di questo
comportamento da parte tedesca potevano forse risiedere nell’ipotesi
di arrivare a un accordo con gli anglo-francesi per un’azione
comune verso l’Unione Sovietica, nonostante il patto di non
aggressione sottoscritto da Stalin con Hitler; si tratta tuttavia
unicamente di un’ipotesi, come quella che vide la discesa in
campo dell’Italia con l’alleato tedesco solo nel giugno
del 1940, in virtù di quel patto d’acciaio dalle
condizioni capestro che sarebbero state sottoscritte da Ciano in
difformità degli ordini ricevuti da Mussolini, ipotesi che mi
sembra del tutto azzardata vista la notevole avversione per i
tedeschi del genero del Duce. Insomma, almeno nella prima parte del
saggio, abbiamo solo chiacchiere e non poteva essere diversamente
perché gli attori dell’epoca sono morti, documenti che
chiariscano non si trovano e quindi nascono delle teorie, più
o meno opinabili. Molto più interessante è la seconda
parte in cui si parla non solo della famosa seduta del Gran Consiglio
del fascismo del 25 luglio 1943, a cui Mussolini, un Mussolini stanco
e preoccupato avrebbero potuto opporsi, ma anche delle testimonianze
di Edda Ciano che notoriamente era in intimità con suo padre,
nel senso che con lei si apriva, e che potrebbero spiegare tante
cose, come tentano di fare, ma non lo fanno.
Infatti
il Duce, a proposito della guerra d’Etiopia, da cui sarebbero
nati tutti i suoi problemi con l’opposizione di paesi
colonialisti come la Francia e l’Inghilterra, avrebbe preteso
di dimostrare che fu costretto proprio da queste due potenze a
gettarsi nelle braccia di Hitler, nell’impossibilità di
lasciargli spazio. Più che un movente, sembrerebbe una scusa
per giustificare un operato francamente scellerato che portò
l’Italia alla guerra e alla rovina. Mi sembra invece più
plausibile il fatto che Mussolini non avesse a che fare con il
delitto Matteotti, visto che gli esecutori, tutti fascisti,
probabilmente volevano dare solo una lezione al parlamentare
socialista, ma poi la faccenda era sfuggita loro di mano.
C’è
poi una terza parte in cui si parla di un Mussolini privato, sia di
quando ancora non era il Duce, sia di quando lo era nel pieno
esercizio delle sue funzioni; si passa così dal periodo
scolastico, in cui già si ravvisava la capacità di
oratore, alle gestioni dei rapporti con i parenti (sempre esosi, ma
lui era stretto di manica) allorché comandava l’Italia.
E c’è anche il Benito Mussolini della Repubblica di
Salò, l’ombra di se stesso, un uomo che ogni tanto sogna
di dar vita a uno stato effettivamente socialista, circondato dalle
SS, ma anche da amici romagnoli, fra i quali quel Bombacci fondatore
del partito comunista italiano. Sono illusioni, momenti di evasione,
nel grigiore plumbeo di una decadenza inarrestabile e vedere l’uomo
che ha comandato con il pugno di ferro l’Italia ridotto a una
pura figura di rappresentanza, senza potere e senza avvenire, può
muovere anche a pietà, ma non si deve dimenticare che lui,
nella sua enorme vanità, pur realizzando anche cose buone,
precipitò un paese e un popolo nell’orrore e nelle
distruzioni di una guerra.
Da
leggere.
Arrigo
Petacco
(Castelnuovo Magra 1929 - Porto Venere 2018), è stato un
giornalista e inviato speciale, direttore della «Nazione»
e di «Storia illustrata». Scrittore e saggista molto
prolifico, ha sceneggiato numerosi film e scritto diverse
trasmissioni televisive a tema storico per la Rai. Nel suo lavoro di
giornalista, per il quale nel 1983 ha vinto il Premio Saint Vincent,
ha avuto modo di intervistare alcuni tra i protagonisti della Seconda
guerra mondiale. Tra i suoi libri, in cui affronta tematiche storiche
spesso intrise di mistero e ribalta verità giudicate
incontestabili, ricordiamo Joe
Petrosino (1978,
da cui è stato tratto uno sceneggiato Rai), Dear
Benito, caro Winston. Verità e misteri del carteggio
Churchill-Mussolini (1985),
La nostra guerra. 1940-1945 (1997),
Regina. La vita e i segreti di Maria Josè di Savoia (1998),
L'esodo. La tragedia negata degli italiani d'Istria, Dalmazia e
Venezia Giulia (1975
e 2000),
L'armata nel deserto. Il segreto di El Alamein (2002),
Il prefetto di ferro. L'uomo di Mussolini che mise in ginocchio la
mafia (1977
e 2004, da cui è stato tratto un film),
L'uomo della provvidenza. Mussolini, ascesa e caduta di un
mito (2006),
La strana guerra. 1939-1940: quando Hitler e Stalin erano alleati e
Mussolini stava a guardare (2008),
Il regno del Nord. 1859: il sogno di Cavour infranto da
Garibaldi (2009),
La principessa del Nord: la
misteriosa vita della dama del Risorgimento: Cristina di
Belgioioso (1993
e 2009), L'ultima
crociata. Quando gli Ottomani arrivarono alle porte
dell'Europa (2009), Quelli
che dissero no. 8 settembre 1943: la scelta degli italiani nei campi
di prigionia inglesi e americani (2011), Eva
e Claretta. Le amanti del diavolo (2012), A
Mosca, solo andata. La tragica avventura dei comunisti italiani in
Russia (2013), La
storia ci ha mentito. Dai misteri della borsa scomparsa di Mussolini
alle «armi segrete» di Hitler, le grandi menzogne del
Novecento (2014)
e Nazisti
in fuga. Intrighi spionistici, tesori nascosti, vendette e tradimenti
all'ombra dell'Olocausto (2014),
tutti editi da Mondadori. Inoltre, ha scritto i monumentali volumi
de La
seconda Guerra Mondiale (1979), Storia
del Fascismo (1982)
e Storia
d'Italia dall'Unità ad oggi (1987)
per Curcio. Nel 1986 gli è stata conferita
l'onorificenza di Commendatore, su proposta dell'allora Presidenza
del Consiglio.
Renzo
Montagnoli
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