Vincoli.
Alle
origini di Holt
di
Kent Haruf
Traduzione
di Fabio Cremonesi
NN
Editore
www.nneditore.it
Narrativa
romanzo
Pagg.
260
ISBN
9788894938036
Prezzo
Euro 18,00
Il
primo di una serie fortunata
Corrono
circa trent’anni (dal 1984 al 2015) fra le pubblicazioni di
Vincoli e di Le
nostre anime di notte, quest’ultimo uscito postumo,
e in questo lasso di tempo sono stati dati alle stampe anche Canto
della pianura, Crepuscolo e Benedizione, romanzi
tutti ambientati a Holt, una cittadina americana del tutto
immaginaria, ma simile a tante altre a vocazione prettamente
agricola. Lo stile scarno, ma non povero rimane sostanzialmente
uguale, quello stile che non poco ha contribuito al successo e alla
fama di Kent Haruf; non si può infatti rimanere insensibili di
fronte all’immediatezza della comprensione di ciò che è
scritto, un mezzo per esprimere passioni proprie del genere umano,
capaci, grazie a trame ben congegnate, di avvincere dalla prima
all’ultima riga. Eppure il narratore americano non è che
arzigogoli pensieri particolarmente complessi, rivelando analisi
delle personalità in modo determinante, no, senza troppe
complicazioni ci porta a conoscere i suoi personaggi sia nella loro
esteriorità sia all’interno del loro animo. Risulta,
quindi, una lettura facile, gradevole e avvincente ed è questo
che ha determinato il successo di Haruf, conosciuto in Italia solo da
poco tempo e grazie all’editore NN. Vincoli ci
introduce per la prima volta a Holt e lo fa quasi alle sue origini,
alla fine del XIX secolo, allorché i pellirosse che lì
vivevano prima dei coloni bianchi avevano lasciato quelle terre aride
da circa una ventina di anni. La storia che ci viene narrata è
quella di famiglie i cui terreni agricoli sono confinanti, ma è
anche la storia di un grande amore che la grettezza di un padre
padrone ha troncato, rendendo infelici i suoi due figli e il figlio
dei vicini. La vicenda è narrata da Sanders Roscoe, un uomo
che non è stato vittima di questo amore ostacolato, ma che ne
è perfettamente a conoscenza, essendo il figlio di uno degli
interessati e ciò che più sorprende è l’affetto
che poco a poco cresce in lui per quella che avrebbe potuto essere
sua madre e non lo è stata, un affetto che è quasi
infatuazione e che rischia di diventare amore, nonostante una
trentina di anni di differenza. A Holt, in questo microcosmo quasi
sperduto nelle grandi pianure americane, si nasce, si vive e si
muore, come in ogni parte del mondo, ma anche si ama o si odia, come
appunto in ogni altra parte del mondo. E allora che cosa c’è
di tanto interessante per apprezzare e amare i romanzi di Haruf? C’è
la dolcezza e la pietà, a seconda dei casi, con cui Haruf
anima i suoi personaggi, con cui descrive le loro passioni, i loro
pregi e i loro difetti, ma senza giudicare, perché sembra
dirci che la vita è così, quella vita di cui anche noi
siamo parte con le nostre virtù e le nostre pecche. E per
quanto lo stile sia semplice e scarno, a tratti è venato da un
alone di poesia, capace di stemperare tragedie e di infondere
speranze, così che i protagonisti non compaiono per ritirarsi
poi come ombre, ma entrano in noi. Come sono possibili da dimenticare
il padre padrone Roy Goodnough che agita i suoi moncherini, il figlio
Lyman un po’ ritardato e succube, la dolce figlia Edith, una
vittima sacrificale, il suo mancato sposo John Roscoe e l’io
narrante Sanders Roscoe? No, ognuno immaginandoseli a modo suo se li
ricorderà ogni volta che andando in campagna vedrà
qualcuno che ara la terra, qualcun altro che porta le mucche al
pascolo o una donna che dà il becchime alle galline. Perché?
Perché sono personaggi di fantasia, ma che sembrano veri, nel
senso che si ha la sensazione che siano esistiti veramente e che,
prima o poi, altri come loro si possano incontrare.
Vincoli
è un romanzo stupendo.
Kent
Haruf
(1943-2014),
scrittore americano, dopo la laurea alla Nebraska Wesleyan University
ha insegnato inglese. Prima di dedicarsi alla scrittura ha
svolto diversi lavori, come operaio, bracciante, bibliotecario.
Grazie ai suoi romanzi, tutti ambientati nella fittizia cittadina di
Holt, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Whiting
Foundation Award e una menzione speciale dalla PEN/Hemingway
Foundation. Con il romanzo Il
canto della pianura è
stato finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book
Prize, e al New Yorker Book Award. Con Crepuscolo, secondo
romanzo della Trilogia
della Pianura,
ha vinto il Colorado Book Award, mentre Benedizione è
stato finalista al Folio Prize.
Renzo
Montagnoli
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