Il
silenzio della collina
di
Alessandro Perissinotto
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Narrativa
romanzo
Pagg.
245
ISBN
9788804708049
Prezzo
Euro 19,00
La
ragazza
Di
Perissinotto avevo già letto il suo primo romanzo (L’anno
che uccisero Rosetta) e che ho
trovato alquanto modesto, un guazzabuglio di generi mal combinati, e
comunque mi ero ripromesso di leggere almeno un’altra sua
opera, posteriore ovviamente alla prima e quindi auspicabilmente
migliore per l’esperienza maturata. La mia scelta è
caduta su Il silenzio della
collina, più che
altro perché è di molto successiva alla prima ed è
anche la più recente.
Questa
volta Perissinotto costruisce un romanzo intorno a una storia
realmente accaduta, la scomparsa di una bambina di tredici anni
rapita per turpi scopi e rinvenuta poi morta. E’ evidente che
c’è un forte richiamo al reato della pedofilia che al
tempo d’oggi sembra più diffuso che in passato e la
ricerca della verità e del colpevole viene intrapresa da un
famoso attore televisivo, Domenico Boschis, incuriosito delle uniche
parole (La ragazza)
biascicate dal padre morente in un hospice. L’indagine potrebbe
sembrare il piatto forte del romanzo, ma non è così,
perché preminente diventa il contorno con l’atmosfera
particolare delle Langhe, dove si svolge la trama, con gente legata
atavicamente alla terra, ma chiusa, mai disposta ad aprirsi, anche
perché potrebbero svelare fatti compromettenti e gelosamente
nascosti nelle pieghe del proprio intimo. Ci sono personaggi che, in
altro luogo e in altra veste, abbiamo trovato in alcune delle opere
di Simenon, ma là lo scavo della loro personalità è
stato effettuato dalla mano di un maestro, che ha rivoltato il loro
animo come un calzino; Perissinotto non ha le pretese di essere un
altro Simenon, però è evidente che prova anche lui a
raccontare una storia in cui ciò che più conta sono
l’ambiente e l’atmosfera. Prova appunto, anche se non è
facile, e infatti riesce solo ad abbozzare, così che i
protagonisti attirano al momento il lettore, ma poi finita la storia
scompaiono, non resta dentro nulla di loro, diventano ombre o degli
sconosciuti che abbiamo incontrato
una volta del tutto casualmente. Peraltro anche la trama, che pure
riesce avvincente fino a un certo punto del libro, porta a una
conclusione a mio parere affrettata e non del tutto logica, insomma
ho ricavato l’impressione che l’autore abbia voluto
concludere perché stanco della scrittura, e infatti il finale
non è proprio uno di quelli indimenticabili. Peccato, perché
l’idea dei festini di questi signorotti, che alternano il gioco
con la bramosia sessuale per una bambina, accompagnata dalla
relazione fra un padre morente, che si era sempre comportato da
padre-padrone, e un figlio, che non può per questo amarlo,
erano ottime idee,
ma non sono state sfruttate al meglio.
Comunque
Il silenzio della collina
è sicuramente leggibile e in ogni caso è più
riuscito di L’anno in cui
morì Rosetta.
Alessandro
Perissinotto
nasce
a Torino nel 1964. Pratica vari mestieri e, intanto, si laurea in
Lettere nel 1992 con un tesi in semiotica. Inizia quindi un’intensa
attività di ricerca, occupandosi di semiologia della fiaba, di
multimedialità e di didattica della letteratura. È
docente nell'Università di Torino.
Collabora
inoltre con il quotidiano "La Stampa", per il quale scrive
articoli e racconti che appaiono sul supplemento "TorinoSette",
e con "Il Mattino" di Napoli. Approda alla narrativa nel
1997 con il romanzo poliziesco L’anno
che uccisero Rosetta (Sellerio),
al quale fanno seguito La
canzone di Colombano
e Treno
8017 (Sellerio,
2000 e 2003). Nel 2004 pubblica per Rizzoli il noir epistolare Al
mio giudice (Premio
Grinzane Cavour 2005 per la Narrativa Italiana), seguito nel 2006
da Una
piccola storia ignobile (Rizzoli),
un’indagine della psicologa Anna Pavesi, che torna anche
in L’ultima
notte bianca e L’orchestra
del Titanic.
Nel 2008 la riflessione sul poliziesco si sviluppa anche in forma
saggistica con La
società dell’indagine (Bompiani),
mentre la sua produzione narrativa evolve verso il romanzo politico
con Per
vendetta (2009).
Le sue opere sono state tradotte in numerosi paesi europei e in
Giappone. Con Piemme ha pubblicato Semina
il vento (2012), Le
colpe dei padri (2013,
secondo classificato al Premio Strega), Coordinate
d'Oriente (2014)
e Quello
che l'acqua nasconde (2017).
Con Mondadori ha pubblicato Il
silenzio della collina (2019).
Renzo
Montagnoli
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