Maigret
di
Georges Simenon
Edizioni
Adelphi
Narrativa
romanzo giallo
Collana
Gli Adelphi. Le inchieste di Maigret
Pagg.
134
ISBN
9788845913983
Prezzo
Euro 10,00
Maigret
in pensione
<<“Con
questa ho chiuso” annuncia Simenon al suo editore esterefatto
consegnandogli la diciannovesima inchiesta del commissario che,
scritta a Porquerolles nel corso dell’estate 1933, ha
intitolato semplicemente Maigret.>>
Ma non è che l’autore belga si sia stancato del
personaggio che fino a ora gli ha dato notorietà e ricchezza,
tutt’altro, perché gli frullano per la testa tantissime
idee che vedono all’opera il massiccio investigatore francese;
e allora che senso può avere parlare di un Maigret in pensione
per raggiunti limiti di età? Il motivo è più
sottile e in parte anche edonistico, è che Simenon si sente in
grado di scrivere romanzi ben più complessi, roba di un certo
peso per la quale occorre anche un editore di un certo peso e in
Francia allora, ma anche oggi, quale è se non Gallimard il
sogno di tutti i narratori? Così accade, e quindi Maigret
è un’opera che non rappresenta la fine di una fortunata
serie, ma una sua brevissima sospensione, per lo scopo che ho detto,
sospensione talmente breve che Simenon in tutta la sua vita scriverà
la bellezza di 76 romanzi e 26 racconti dedicati alle inchieste del
celebre commissario.
Fatta
questa doverosa premessa, devo rilevare che un Maigret in pensione,
ritiratosi in provincia, induce a un sentimento incerto fra la
tenerezza e la compassione. Lontano dal suo mondo, dalle sue
indagini, è uno che cerca di adattarsi alla nuova situazione,
ma anche lì provvidenziale arriva una sua richiesta
d’intervento, per fare luce sull’omicidio di un poco di
buono di cui viene incolpato un giovane poliziotto, che è
figlio della sorella di sua moglie e quindi suo nipote. Le indagini
non possono procedere come quando era in servizio, ma l’acume,
la capacità di analisi psicologica sono rimasti inalterati e
con l’aiuto anche di alcuni suoi collaboratori, tuttora in
servizio, riuscirà a venire a capo di un caso complicato e
pericoloso, tanto che rischierà lui stesso di essere ucciso.
Il nipote, scagionato, tornerà al paesello, come anche il
nostro commissario, ormai dedito a catturare altre prede, fra i quali
i lucci del vicino fiume.
Una
lettura che è senz’altro gradevole.
Georges
Simenon,
nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989,
ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto
il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati
sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e
memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi
e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in
tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è
anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori».
Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e
disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in
lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero
Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più
autentico che la letteratura francese abbia oggi»;
Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di
Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci
sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard,
per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».
Renzo
Montagnoli
|