Di
Ilde ce n’è una sola
di
Andrea Vitali
Garzanti
Editore
Narrativa
romanzo
Pagg.
151
ISBN
9788811688518
Prezzo
Euro 9,90
E
meno male che ce n’è una sola!
Tanto
vale dirlo subito, senza inutili preamboli: Andrea Vitali non è
un artista, ma un artigiano della penna che confeziona
romanzi atti a far trascorre qualche ora senza necessità di
spremersi le meningi, insomma la sua è una narrativa di
evasione, basata sugli equivoci, un po’ come certe commedie
francesi del XIX secolo a cui attingono spesso e volentieri gli
autori di opere dialettali. Si sorrise, si ride anche, ma alla fine,
stringi stringi, ci si accorge che sono buone solo per trascorrere un
po’ di tempo in spensieratezza. Vitali ha compreso bene cosa
desidera un pubblico che non vuole impegnarsi più di tanto e
ha fatto la sua fortuna; tuttavia, se mediamente la qualità
dei suoi romanzi è discreta, talvolta sembra svagato, poco
interessato alla scrittura ed è allora che nasce un libro men
che mediocre, come questo Di
Ilde ce n’è una sola,
imperniato su un fatale scambio di carte di identità fra un
uomo e una donna, equivoco su cui si sarebbe anche potuto costruire
qualche cosa di esilarante, ma che deve essere rimasto solo nelle
intenzioni dell’autore, che ha dato vita a tre personaggi
stereotipati (il cassa integrato che non ha voglia di far niente, la
segretaria tesa verso un’improbabile carriera, il geometra
tutto occupato a far soldi e che ogni tanto si concede un’evasione);
sono solo tre e purtroppo, un po’ perché hanno una
personalità anonima, un po’ perché Vitali li fa
giostrare secondo un copione scritto non so quante volte, non sono
nemmeno simpatici. Così la lettura si trascina stancamente e
si desidera che la fine arrivi alla svelta, tanto che, arrivati
all’ultima pagina e chiuso il libro, sono stato tentato di
buttarlo nel cestino.
Dopo
aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco,
Andrea
Vitali
si
laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed
esercita la professione di medico di base nel suo paese
natale.
Scrittore
molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il
procuratore,
ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio
letterario Piero Chiara con L'ombra
di Marinetti,
ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una
finestra vistalago (Premio
Grinzane 2004).
Nel
2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La
figlia del Podestà; nel
2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway.
Tra
i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La
leggenda del morto contento e Zia
Antonia sapeva di menta.
Nel 2012 Galeotto
fu il collier e Regalo
di nozze.
L'anno successivo escono Le
tre minestre,
lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di
Ilide ce n'è una sola.
Nel 2014 Quattro
sberle benedette, Premiata
ditta Sorelle Ficcadenti e Biglietto,
signorina!;
nel 2015 La
ruga del cretino,
scritto con Massimo Picozzi, Le
belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi
benedetti, Un amore di zitella (tutti
editi da Garzanti). Nel 2016 Nel
mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le
mele di Kafka (Garzanti), Viva
più che mai (Garzanti).
Nel 2019 esce Certe
fortune. I casi del maresciallo Ernesto Maccadò (Garzanti)
e Documenti,
prego (Einaudi).
Da
ricordare che con il romanzo Almeno
il cappello (edito
nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il
Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei
letterati ed è stato finalista al Premio Strega.
I
suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in
molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone.
Renzo
Montagnoli
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