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  Recensioni  »  Maigret e l'affittacamere, di Georges Simenon, edito da Adelphi 25/07/2019
 
Maigret e l’affittacamere

di Georges Simenon

Edizioni Adelphi

Narrativa romanzo giallo

Collana Gli Adelphi. Le inchieste di Maigret

Pagg. 164

ISBN  9788845917240

Prezzo Euro 10,00


Una simpatica ragazzona


Era da un po’ che non leggevo un giallo di Simenon con protagonista Maigret, così quando ho potuto mettere le mani su Maigret e l’affittacamere non mi sono tirato indietro, anzi mi sono detto che era la lettura ideale per il mio primo giorno alle terme, sdraiato comodamente sul lettino, all’ombra degli alti fusti del parco e nel silenzio di un luogo in cui normalmente prevale la natura.

E’ stato così e non mi sono pentito della scelta, perché se la suspence non è certamente di quelle che tengono con il fiato sospeso, tuttavia per situazioni, trama e personaggi mi sono trovato di fronte a un’opera godibilissima. Già il pensare che, per indagare sul tentativo di omicidio dell’ispettore Janvier, Maigret, orfano della moglie accorsa ad assistere la sorella in Alsazia, si adatta a soggiornare in una stanza di una affittacamere, una sorta di ragazzona stagionata e bene in carne, peraltro assai simpatica, muove subito a un inizio di sorriso, più evidente poi quando la familiarità fra i due ingombranti personaggi presenta delle velate allusioni sessuali, in una sorta di tenzone che lascia ampio spazio a ogni personale fantasia. Non è che l’aspetto investigativo sia trascurabile o moscio, ma forse più che in altri casi è secondario, preferendo Simenon insistere sulla descrizione degli attori principali e secondari, ricreando come sa solo fare lui delle atmosfere del tutto particolari. Poi, alla soluzione il commissario arriva quasi all’improvviso, con una di quelle sue intuizioni che lo differenziano da tutti gli altri investigatori; tuttavia, non c’è compiacimento nell’aver risolto il caso, anzi c’è una nota di pietà nei confronti di chi direttamente e indirettamente si è macchiato di un crimine. Questa umanità di Maigret, che ho già avuto modo di trovare in altri episodi, chiude il libro, lasciando un sapore amaro e portando a riflettere sul fatto che il delitto in genere non paga mai e se uno non è proprio un delinquente incallito finisce con l’essere pervaso da un rimorso che la confessione riesce solo in parte a lenire.

Da leggere, quindi, senza dubbio.



Georges Simenon, nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989, ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori». Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più autentico che la letteratura francese abbia oggi»; Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard, per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».


Renzo Montagnoli

 
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