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  Recensioni  »  Certe fortune, di Andrea Vitali, edito da Garzanti 25/07/2019
 
Certe fortune.

I casi del maresciallo Ernesto Maccadò

di Andrea Vitali

Garzanti Libri

Narrativa

Pagg. 416

ISBN 9788811601722

Prezzo Euro 19,00


Noia, e nulla di più


Pur ammettendo che alcune volte (poche in verità) i romanzi di Andrea Vitali mi hanno divertito, consentendomi di trascorrere spensieratamente alcune ore, non ho di certo mai rilevato qualità particolari che possano definire l’autore bellanese un artista di eccelse doti, anzi mi sono sempre espresso con giudizi assai meno entusiasti, evidenziando che mi trovavo di fronte a un artigiano della penna. In effetti le sue opere non colpiscono di certo né per particolari qualità stilistiche, né per contenuti che portino a un accrescimento culturale; vanno bene come svago, per far passare il tempo senza doversi arrovellare il cervello e magari anche con un certo piacere. Ma se viene meno questa funzione minore, casca l’asino, come si suol dire, perché allora la lettura diventa faticosa per la noia che ti prende a fronte di parole masticate e rimasticate, all’impressione che si sia scritto per fare un certo numero di pagine, alla sempre più marcata convinzione di aver già più volte letto di certe situazioni, arrivando perfino a svilire uno dei pochi personaggi veramente riusciti, vale a dire il maresciallo Maccadò. Certe fortune sembrano esserci solo per l’autore che, nonostante tutto, continua a vendere, ma per un lettore appassionato e attento trovarsi per le mani un romanzo dove gli incastri, che un tempo riuscivano abbastanza bene, ora appaiono spaiati, uno scritto in cui viene persa per strada, addirittura fin dall’inizio, l’idea che dovrebbe fare da fil rouge, mentre si cercano inutilmente situazioni che, se non strappano una risata, almeno consentano un sorriso, è quanto di più deprimente ci possa essere. L’unica conclusione certa è che, dopo essermi annoiato con altri suoi romanzi, di cui nulla ho scritto, per evitare stroncature che non mi piacciono mai, questo è stato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e di conseguenza è più che certo che non leggerò più altro di Andrea Vitali.



Dopo aver frequentato «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, Andrea Vitali si laurea in medicina all'Università Statale di Milano ed esercita la professione di medico di base nel suo paese natale. 
Scrittore molto prolifico, ha esordito nel 1990 con il romanzo breve Il procuratore, ispiratogli dai racconti di suo padre; nel 1996 ha vinto il Premio letterario Piero Chiara con L'ombra di Marinetti, ma il grande successo lo ha ottenuto nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane 2004). 
Nel 2006 ha vinto il Premio Bancarella con il romanzo La figlia del Podestà; nel 2009 il Premio Boccaccio e il Premio Hemingway. 
Tra i numerosi romanzi, ricordiamo: nel 2011 La leggenda del morto contento Zia Antonia sapeva di menta. Nel 2012 Galeotto fu il collier Regalo di nozze. L'anno successivo escono Le tre minestre, lungo racconto autobiografico edito da Mondadori-Electa e Di Ilide ce n'è una sola. Nel 2014 Quattro sberle benedettePremiata ditta Sorelle Ficcadenti Biglietto, signorina!; nel 2015 La ruga del cretino, scritto con Massimo Picozzi, Le belle Cece, La verità della suora storta, Quattro schiaffi benedetti, Un amore di zitella (tutti editi da Garzanti). Nel 2016 Nel mio paese è successo un fatto strano (Salani), Le mele di Kafka (Garzanti) e Viva più che mai (Garzanti).
Da ricordare che con il romanzo Almeno il cappello (edito nel 2009 da Garzanti) Andrea vitali ha vinto il Premio Casanova, il Premio Isola di Arturo Elsa Morante, il Campiello sezione giuria dei letterati ed è stato finalista al Premio Strega.
I suoi libri, pubblicati in Italia da Garzanti, sono stati tradotti in molti paesi, tra cui la Turchia, la Serbia e il Giappone. 


Renzo Montagnoli

 
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