Maigret
si sbaglia
di
Georges Simenon
Edizioni
Adelphi
Narrativa
Pagg.
162
ISBN
9788845918506
Prezzo
Euro 10,00
L’uomo
che credeva che tutto gli fosse dovuto
E’
indubbia la capacità di Simenon di proporre un’approfondita
analisi psicologica dei suoi personaggi, spesso ricorrendo ai
contrasti per dare corpo alla trama o per meglio evidenziare le
differenze caratteriali. E’ anche questo il caso di Maigret
si sbaglia, dove una
mantenuta, che prima faceva la prostituta, viene trovata assassinata
nel suo appartamento sito in un edificio dei quartieri nobili di
Parigi; il suo amante, noto chirurgo e coniugato, abita
nell’appartamento sovrastante quello della vittima che aveva da
tempo una relazione con un giovane musicista squattrinato. Etienne
Gouin, questo è il nome dell’illustre medico, è
un personaggio del tutto particolare; venuto dal nulla, studiando e
dandosi da fare, è diventato un luminare della chirurgia,
forte anche della sua convinzione di essere superiore a tutti e a
tutto, tanto dal presentare la caratteristica di una disarmante
sincerità. Per lui le donne sono solo l’occasione di uno
sfogo sessuale e come una farfalla, che svolazza da un fiore
all’altro, lui passa da una femmina all’altra, per
avventure brevissime, tranne quella con la donna assassinata. Non fa
mistero di queste sue relazioni, tanto che ne parla alla moglie,
convinto che debbano essere un suo diritto. La donna è
apparentemente consenziente, ma in effetti lo detesta profondamente
per questo suo carattere contraddistinto da una superbia che non si
sfoga in una soddisfazione personale, ma che è il risultato di
questo concetto di essere unico e il migliore. Fra lui e Maigret si
instaura un sottile gioco volto da un lato alla massima franchezza e
dall’altro al tentativo di incastrarlo, ma il commissario si
accorgerà di sbagliare e nel momento in cui ne prende
coscienza capirà chi è veramente l’omicida.
Maigret
si sbaglia è un
poliziesco molto bello che si eleva chiaramente dal livello medio
delle opere del romanziere belga con protagonista Maigret. In
un’atmosfera rilassata più che la suspense contra il
duello psicologico e verbale fra il grande uomo e il commissario, una
trama che è senz’altro originale e che, oltre che
avvincere il lettore, finisce con l’insegnargli molto sul
comportamento umano. Ed è anche per questo che mi sembra
meritevole di lettura.
Georges
Simenon,
nato a Liegi nel 1903, morto a Losanna nel 1989,
ha lasciato centonovantatre romanzi pubblicati sotto
il suo nome e un numero imprecisato di romanzi e racconti pubblicati
sotto pseudonimi, oltre a volumi di «dettature» e
memorie. Il commissario Maigret è protagonista di 75 romanzi
e 28 racconti, tutti pubblicati fra il 1931 e il 1972. Celebre in
tutto il mondo, innanzitutto per le storie di Maigret, Simenon è
anche, paradossalmente, un caso di «scrittore per scrittori».
Da Henry Miller a Jean Pauhlan, da Faulkner a Cocteau, molti e
disparati sono infatti gli autori che hanno riconosciuto in
lui un maestro. Tra questi, André Gide: «Considero
Simenon un grande romanziere, forse il più grande e il più
autentico che la letteratura francese abbia oggi»;
Walter Benjamin: «… leggo ogni nuovo romanzo di
Simenon»; Louis-Ferdinand Céline: «Ci
sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei Pitard,
per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni».
Renzo
Montagnoli
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