I
bizantini e la guerra.
L’età
di Giustiniano
di
Giorgio Ravegnani
Jouvence
Edizioni
Storia
Pagg.
206
ISBN
9788878014916
Prezzo
Euro 16,00
Una
macchina da guerra
Nel
non breve periodo storico che va dal 527 al 565 d.C. in cui imperò
Flavius Petrus Sabbatius Iustinianum, meglio noto come Giustiniano I
il Grande, le guerre furono una costante, si rivelarono incessanti e
vennero combattute su molteplici fronti, sia per la difesa dei
territori imperiali, sia per cercare di riconquistare, se non
totalmente, almeno parzialmente l’Occidente preda dei barbari.
In questo contesto, la ripetuta conflittualità e le fonti
relativamente abbondanti consentono un prezioso studio di storia
militare, provvedendo altresì a far conoscere, con buona
approssimazione alla verità, le vicende belliche quasi sempre
favorevoli a Bisanzio, approfondendo anche i motivi di questi
successi. Ha operato il tal senso Giorgio Ravegnani con questo suo
saggio in cui ordinatamente rappresenta la storia militare del
periodo, con capitoli specifici che trattano dei soldati bizantini,
della difesa dell’impero, dei centri fortificati e degli
assedi, delle battaglie su terra e su mare. Si riesce così a
comprendere come l’organizzazione militare, la preparazione
delle truppe e le indubbie capacità dei comandanti, fra i
quali emergono Belisario e Narsete, abbiano potuto avere la meglio su
avversari temibili e assai più numerosi. Per esempio i
cavalieri Vandali, usi a servirsi in combattimento della spada,
furono sbaragliati dagli arcieri bizantini a cavallo, che usavano
anche una tecnica particolare nello scoccare la freccia che
permetteva a quest’ultima di avere la forza di trapassare le
corazze dei nemici. Analogamente i Mauri, armati alla leggera e
abituati alla guerriglia, quando furono costretti a una battaglia
campale finirono travolti. Sul mare poi non ci fu partita: troppo
forti si rivelarono i Bizantini per i Vandali che avevano peraltro
una tradizione marinara. E dove era difficile arrivare a un vittoria
decisiva entrò in gioco la diplomazia, così che si potè
metter fine ai ripetuti conflitti con i Persiani, forti militarmente
almeno come i bizantini.
L’esposizione
di Ravegnani è quanto di più completo si possa
chiedere, così che si ha una visione esatta di quella che era
la potenza militare bizantina, una forza che ricordava quella della
Roma imperiale dei tempi migliori e grazie alla quale era possibile
imporsi su nemici assai più numerosi, ma di qualità
inferiore per quanto concerne l’armamento, l’addestramento
e le tattiche.
E’
forse il caso di dire che l’esercito e la marina di Giustiniano
erano ben collaudate macchine da guerra, in grado di contrastare con
efficacia qualsiasi avversario. Tuttavia non mancarono le sconfitte,
ma uscire perdenti da una battaglia, quando si è
intrinsecamente forti, non vuol dire perdere la guerra e infatti i
risultati complessivi delle operazioni militari di Bisanzio nel
periodo a riferimento furono tutte ampiamente soddisfacenti.
Il
saggio è veramente interessante, denso di notizie, corredate
come al solito e come si deve dalle indicazioni delle fonti; tanti
fatti, tanti numeri non possono rendere l’opera lieve, ma ove
si consideri la sua natura appare in verità non
particolarmente greve e abbastanza scorrevole, degna comunque di
essere letta per quella completezza di informazioni di cui ho
accennato, in grado quindi di parlarci, dal punto di vista militare,
di un periodo storico ben definito con un buon grado di
approssimazione alla verità.
Giorgio
Ravegnani
è
un professore di Storia Bizantina all’Università di
Venezia.
Renzo
Montagnoli
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