Dalle
stanze del cuore e della mente
(Poesie
2018)
di
Felice Serino
Libreria
Editrice Urso
Poesia
Pagg.
56
ISBN
9788869542893
Prezzo
Euro 10,00
Sublimare
la parola
Felice
Serino, più che un poeta, è un artista che vive per la
poesia ed è tanto più vero qualora ci si lasci
coinvolgere dalla sua consistente produzione che lo vede sulla
breccia da molti anni. Con Dalle stanze del cuore e della
mente, raccolta di poesie del 2018, l’autore, pur
nell’ermetismo che la caratterizza, lascia prorompere una
creatività sognante, un’ispirazione profonda che tende a
sublimare la parola. In effetti, come nella famosa poesia di Luzi
intitolata Vola alta parola, anche in questa raccolta i versi
si fanno eteree immagini, spiccano il volo, liberi da qualsiasi
legame terreno (da Fonemi - nella bocca della notte / -la luna
sopra il petto / il letto è un mare dove sillabe / perdono
sangue /…) e, in aggiunta ( Ricordi - confondersi del
sangue col colore / dei papaveri nel sole / ampie distese a perdersi
/ mentre all'orecchio del cuore / a far capolino una / melodia nel
tempo andata / ricordi / ci si appiattiva scalzi col fiatone /
nell'erba alta / dopo una volata e / in levità d'angeli /
quasi non si toccava terra). Quella delicatezza di esposizione,
che da sempre lo contraddistingue, trova conferma anche in questa
raccolta, è sempre più un segno distintivo del suo
stile ed è frutto di come si accosta alla poesia, non con
timore, ma con profondo rispetto. Chissà perché credo
che questa sua caratteristica sia un che di originario, sia frutto di
un sentimento nato in lui le prima volte che scriveva in versi, così
che la poesia, la sua creatura, fosse, e probabilmente lo è
ancora, avulsa dalla sua volontà, come se lui risultasse solo
il semplice braccio di un disegno più ampio da cui
inconsapevolmente scaturisce il risultato finale, ed è questo
il rispetto per qualcosa di superiore che si compone sotto i suoi
occhi. E ancor oggi che l’età non è più
quella dei verdi sogni, l’aspetto sognante, l’emotività
che si innesta riga dopo riga offre l’impressione di trovarsi
di fronte allo stupore e alla serena innocenza di un bambino, come,
per esempio, in La passera (memore della bella accoglienza / me la
trovo sul davanzale ogni mattina / per "condividere" la
colazione / è d'un piumaggio lucido e vellutato / l'ho
chiamata "nerina" / …) e probabilmente ancor più
con Primavera (capita che il bosco mi parli / ogni volta che
abbraccio il "mio" albero / -risale / a un rito atavico /
l'abbraccio: patto di luce-amore / mi parla -il bosco / tendendo le
mille sue braccia / nell'espandersi in canti che allargano il cielo /
….). La straordinarietà di queste poesie è
nella loro semplicità, non disgiunta tuttavia dallo
svolgimento di tematiche che inducono più a riflessioni che a
interpretazioni perché l’ermetismo dell’autore non
esclude mai la facile comprensibilità, circostanza che, in
un’epoca in cui spesso mi tocca leggere componimenti che
risultano del tutto incomprensibili perché chi li ha scritti
non ha idee chiare, conferisce un plus di valore alle stesse. Non
credo debba aggiungere altro, se non il mio augurio di buona lettura.
Felice
Serino
è nato a Pozzuoli nel 1941 e vive a Torino. Autodidatta.
Copiosa
la sua produzione letteraria (raccolte di poesia: da “Il
dio-boomerang” del 1978 a “Dalle stanze del cuore e della
mente” del 2020); ha ottenuto importanti riconoscimenti e di
lui si sono interessati autorevoli critici. E’ stato tradotto
in nove lingue.
Intensa
anche la sua attività redazionale.
Gestisce
vari blog e tre siti.
Renzo
Montagnoli
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