La
strada di casa
di
Kent Haruf
Traduzione
di Fabio Cremonesi
NN
Editore
Narrativa
Pagg.
194
ISBN
9788894938616
Prezzo
Euro 18,00
La
città che non c’é
Lo
ammetto, ho un debole per una cittadina rurale del Colorado che si
chiama Holt e di cui ho percorso le strade, incontrando gente che non
potrò scordare. Se qualcuno osa dirmi che è
impossibile, che non ho mai visitato quel luogo, gli grido in faccia
che è un bugiardo, ben sapendo che ha ragione, perché
non ho mai messo piede negli Stati Uniti e ovviamente a Holt,
cittadina frutto del talento creativo di Kent Haruf. Quanto volte
sfogliando le pagine dei suoi romanzi ho immaginato le caldi estati,
i freddi e nevosi inverni, le bevute del sabato sera, e quante volte
nei miei sogni mi sono imbattuto nei suoi umanissimi protagonisti! Se
è con Vincoli
che ho fatto conoscenza con un microcosmo agricolo, è con la
Trilogia della Pianura
(Canto della pianura,
Benedizione e
Crepuscolo)
che sono entrato a farne parte, rapito dallo stile di un narratore
che sussurra le vicende che racconta, che sonda con pudore l’animo
umano e ci fa accostare piano piano ai suoi protagonisti, nessun
eroe, ma normali uomini e donne, esseri pulsanti che sentiamo
talmente vicini da intuirne la presenza che prende corpo nella nostra
mente. Ed è per questo motivo che quando ho appreso che era
uscito l’ultimo libro, non ancora pubblicato, scritto prima
della Trilogia della Pianura,
mi sono precipitato ad acquistarlo, certo e consapevole che avrei
ritrovato ambiente, atmosfera e figure che ormai sono parte di me.
L’opera
è divisa in due parti, di cui la prima è indispensabile
per comprendere la seconda, ma se devo essere sincero le 86 pagine
della prima mi hanno un po’ scombussolato, perché ho
trovato un narratore che dipinge un’America secondo i suoi
classici stereotipi, con un protagonista che è ben lontano,
sotto l’aspetto umano, da quelli dei successivi romanzi. A
essere sinceri Jack Burdette è il classico ragazzone,
muscoloso e poco intelligente, ma che sa rendersi simpatico e piace
alle donne. Ha un’esistenza che a definirla poco edificante è
ricorrere a un eufemismo, anche perché, dotato di pochi pregi,
fra i tanti difetti ha quello della disonestà. Per certi versi
le pagine iniziali richiamano le scene di diverse pellicole americane
che ci sono state propinate soprattutto in piena guerra fredda e
quindi sembra di vedere qualcosa che si conosce già.
Cominciavo già a disperare, quando con l’inizio della
lettura della seconda parte ho ritrovato quel narratore profondamente
umano che ha saputo così bene conquistarmi; la vicenda, dopo
un periodo temporale in cui sboccia con lentezza un amore più
ragionato che istintivo, facendo balenare uno sbocco alla grigia
esistenza del direttore del giornale locale, separato di fatto dalla
moglie, e un suo futuro roseo con la consorte di Jack Burdette,
sparito e irrintracciabile dopo aver commesso una truffa, vira sul
tragico e se non ci scappa il morto è un caso. E si può
ben dire che alla vicenda non si applica il classico “e vissero
felici e contenti”, visto che la nascente
relazione è troncata pressochè agli
inizi, lasciando un alone di
infelicità. La seconda parte è bella e commovente, fa
ritrovare ai suoi lettori uno scrittore che, pur cantando di una
cittadina immaginaria dell’America, ha per trame, capacità
di approfondimenti, abilità nel comunicare
un’elevata attitudine artistica che si estrinseca in un
linguaggio intenso, ma non greve,
riuscendo a creare opere che vanno ben oltre i confini dello stato in
cui si trova Holt, opere che non hanno tempo e pertanto sono sempre
attuali, come si addice ai capolavori.
Kent
Haruf
(1943-2014),
scrittore americano, dopo la laurea alla Nebraska Wesleyan University
ha insegnato inglese. Prima di dedicarsi alla scrittura ha
svolto diversi lavori, come operaio, bracciante, bibliotecario.
Grazie ai suoi romanzi, tutti ambientati nella fittizia cittadina di
Holt, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Whiting
Foundation Award e una menzione speciale dalla PEN/Hemingway
Foundation. Con il romanzo Il
canto della pianura è
stato finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book
Prize, e al New Yorker Book Award. Con Crepuscolo, secondo
romanzo della Trilogia
della Pianura,
ha vinto il Colorado Book Award, mentre Benedizione è
stato finalista al Folio Prize.
Renzo
Montagnoli
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