La
badessa di Castro
di
Stendhal
Leone
Editore
Narrativa
Pagg.
120
ISBN
9788863931662
Prezzo
Euro 9,00
Un
romanzo a tinte forti
La
badessa di Castro è l’ultima delle “Cronache
italiane”, dei racconti piuttosto lunghi che Stendhal aveva
scritto ispirandosi a dei manoscritti italiani del XVII secolo,
ultima in ordine di stesura, ma non per qualità, giacché
senza timore di sbagliare può essere considerata la migliore.
Peraltro, al di là della fonte che ha fatto scattare l’idea
creativa, si può pensare che anche I promessi sposi del
Manzoni, di cui il narratore francese aveva già presa visione,
abbiano un loro peso nell’opera, per quanto le vicende siano
simili solo all’apparenza. Infatti, nel romanzo manzoniano
l’amore di Renzo e Lucia è osteggiato dal locale
signorotto Don Rodrigo e quindi entrambi i fidanzati sono delle
vittime; diverse invece sono le circostanze e la trama del racconto
stendhaliano, visto che narra dell’amore di una giovane nobile,
Elena di Campireali, per un brigante, tale Giulio Branciforte,
scegliendo di condurre una vita da ribelle fuori da ogni convenzione.
E’ la donna che rivendica un suo ruolo e a maggior ragione
quando, con l’amato costretto a fuggire sotto altro nome nelle
Fiandre, lei viene convinta che se n’è andato perché
non più interessato alla sua persona, così che,
profondamente delusa, si rinchiude in un convento, di cui diventa
badessa. Ma anche in quel luogo di preghiera il suo animo irrequieto
non trova pace, tanto che, come la monaca di Monza, diventa l’amante
di un vescovo; i due vengono scoperti e condannati all’ergastolo,
ma Elena, alla vigilia della fuga organizzata da sua madre, venuta a
conoscenza che il Branciforte, che lei credeva morto, è
ritornato ed è innamorato come prima, preferisce darsi la
morte in preda ai suoi sensi di colpa.
Indubbiamente
si tratta di un romanzo che può ricordare certi feuilleton che
prenderanno piede nella seconda metà del XIX secolo, pieni di
intrighi, di passioni, di tradimenti, di acuti sensi di colpa, ma la
penna di Stendhal nobilita il genere con un forte ritratto femminile,
perché Elena di Campireali è una donna che non vuole
essere considerata un soggetto passivo, ma un essere umano desideroso
di costruire la propria esistenza, senza vincoli, ubbidendo solo alle
sue emozioni, di cui l’amore è la più importante.
Non
sarà Il rosso e il nero, e nemmeno La Certosa di
Parma, ma La badessa di Castro è un libro
che non può essere ignorato, soprattutto per chi stima questo
grandissimo scrittore.
Stendhal, pseudonimo
di Henri Beyle,
nasce a Grenoble il 23 gennaio 1783 e muore a Parigi il 23 marzo
1842. Convinto sostenitore della rivoluzione, alla caduta di
Napoleone assume un atteggiamento di condiscendenza con la
restaurazione intervenuta, in contrasto con le sue idee,
ma indispensabile
per poter vivere; preferisce soggiornare lontano dalla Francia, in
Italia, dove svolge l'attività di Console, di scarso
interesse, ma abbastanza remunerativa per consentirgli di dedicare la
maggior parte del suo tempo alla narrativa. Fra le sue opere
ricordiamo Lucien Leuwen, Cronache
italiane, La
badessa di Castro, Dell'amore, La
Certosa di
Parma e
la sua migliore Il
rosso e il nero.
Renzo
Montagnoli
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