Il
centodelitti
di
Giorgio Scerbanenco
La
Nave di Teseo Editore
Narrativa
Pagg.
638
ISBN
9788834600603
Prezzo
Euro 20,00
Una
notevole creatività
Giorgio
Scerbanenco aveva un incredibile talento creativo che, unito a uno
stile dinamico, ma elegante, riusciva a interessare e ad avvincere il
lettore dalla prima all’ultima pagina. Di queste sue indubbie
doti e soprattutto della prima costituisce ampia e completa prova una
raccolta di racconti non tutti thriller chiamata Il
centodelitti. Non ho contato esattamente il numero delle
prose, ma se non è cento manca poco, perché in 638
pagine ce ne sono di abbastanza lunghi, ma anche molti brevissimi,
tanta è la capacità di Scerbanenco di narrare una trama
dall’inizio alla fine anche in poche righe. L’aspetto più
eclatante però è che non si tratta di materiale di
modesta levatura, ma invece di assoluta eccellenza, indipendentemente
dalla lunghezza. Così a memoria e per fare un esempio mi
vengono in mente questi racconti:
L’agonizzatoio
(la quasi incredibile vicenda di un signore molto
anziano che decide di confessare un delitto commesso in gioventù
nel lontano 1901 che solo ora vuole espiare, ma non viene creduto,
anzi il maresciallo dei carabinieri per liberarsene gli dice che il
reato è caduto in prescrizione e che pertanto l’assassino
non è perseguibile. Non ha fatto però i conti con un
uomo che vuole redimersi, scontando una pena, perché questi
allora gli sforna una cadavere fresco fresco), Il
ricatto (non è
un giallo, ma un racconto brevissimo sulle astuzie fanciullesche per
ottenere un bacio), Scuola
serale (il
particolare metodo di reclutamento dei killer da parte di un’anonima
omicidi), Di professione
farabutto (quando
redimersi ti complica la vita), L’ultimo
regalo (un
perfetto alibi per una rapina), Quei
manifesti, e basta (un racconto, brevissimo, non giallo,
ma malinconico), E’
evidente (brevissimo, ma un’autentica perla).
Giunti
alla fine del libro, più che soddisfatti, perché è
una lettura avvincente, viene da chiedersi perché Scerbanenco
non abbia sfruttato meglio tutte queste idee per scrivere qualcosa di
più corposo, un romanzo, ma non c’è ovviamente
risposta, per quanto, ed è solo una mia impressione, creda che
sia stata invece l’occasione di dare libero sfogo alla sua
creatività, senza impegnarsi troppo; insomma, almeno in questo
caso, il lavoro di scrittore è stato finalizzato al puro
divertimento dello stesso.
Non
credo che debba aggiungere altro, se non l’invito a leggere Il
centodelitti.
Giorgio
Scerbanenco
(Kiev, 28 luglio 1911 – Milano, 27 ottobre 1969),
scrittore
italiano di origine russa. Di madre italiana e padre ucraino, a
sedici anni si stabilì a Milano. Fu collaboratore, redattore e
direttore di periodici femminili ad alta tiratura, per i quali
scrisse racconti e romanzi «rosa», per lo più
ambientati nell’America degli anni Quaranta. Più tardi
approdò al genere poliziesco e fu il successo, prima
con Venere
privata (1966),
poi con Traditori
di tutti (1966).
Altrettanto fortunate le opere successive, da I
ragazzi del massacro (1968)
a I
milanesi ammazzano al sabato (1969),
ai racconti postumi di Milano
calibro 9 (1969)
e Il
centodelitti (1970).
Protagonista di quasi tutta la serie è Duca Lamberti, accorto
investigatore della Milano «nera». Prodigioso narratore
di storie e maestro nel catturare l’attenzione del lettore,
Scerbanenco fu uno dei primi, in Italia, a confrontarsi con i gusti
di un pubblico di massa. La sua scrittura, insieme ingenua e
ricercata, antiletteraria, piena di sprezzature, veloce, è
singolarmente efficace. Nel 2018 esce Luna
di miele per
La Nave di Teseo.
Renzo
Montagnoli
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