Le
battaglie di Solferino e San Martino
di
Mino Milani
Edizioni
Gam
Storia
Pagg.
201
ISBN
978-8889044445
Prezzo
Euro 12,00
Le
battaglie decisive della Seconda Guerra di Indipendenza
Mino
Milani, da poco scomparso, è stato indubbiamente un autore
eclettico, spaziando dalla narrativa per ragazzi ai gialli e anche ai
saggi storici. In quest’ultima tipologia spicca Le
battaglie di Solferino e San Martino,
un lavoro snello, non molto approfondito, ma nemmeno superficiale,
con cui vengono descritti i due scontri, contemporanei, che decisero
le sorti della Seconda guerra di Indipendenza, l’esito
favorevole della quale diede al Regno di Piemonte la Lombardia, fatta
eccezione per Mantova. Si è trattato di due battaglie, anche
se sostanzialmente, essendo avvenute lo stesso giorno e a poca
distanza, potrebbero essere considerate un solo episodio bellico.
Da
un lato, alleati, c’erano i Francesi di Napoleone III
(complessivamente 79.000 uomini, 9.200 cavalli e 240 cannoni) e i
piemontesi di Vittorio Emanuele II (in totale 35.600 uomini, 1.500
cavalli e 80 cannoni); dall’altro lato, invece, si trovavano
gli Austriaci di Francesco Giuseppe (120.000 uomini, 6.100 cavalli e
417 cannoni). Considerati i campi di battaglia, in parte
pianeggianti, ma in buona misura collinari, questi eserciti dovettero
affrontarsi su una superficie relativamente ristretta e se per numero
dei combattenti i contendenti erano sostanzialmente in parità,
le cose cambiavano per i cannoni, anche lì sostanzialmente
eguali, ma quelli francesi erano migliori e soprattutto venivano
utilizzati meglio, tanto che è possibile dire che largo merito
della vittoria degli alleati può essere attribuito a questo
strumento di offesa. L’epoca però era quella post
napoleonica e si combatteva ancora per schieramenti, con attacchi per
lo più frontali, il che determinò un notevole numero di
vittime (complessivamente circa 27.000 fra morti e feriti). Fu in
quell’occasione che allo svizzero Henry Dunant, presente a
Solferino, notando l’alto numero di feriti disseminati ovunque,
venne l’idea di istituire un organismo, i cui componenti, al di
sopra delle parti, potessero assistere chi ne aveva necessità
sui campi di battaglia ed è così che è nata la
Croce Rossa. Come ben si sa, dopo un giorno di scontri furiosi a
Solferino (si fronteggiavano francesi e austriaci) e a San Martino
(si combattevano piemontesi e austriaci), in un polverone gigantesco,
mitigato solo da un improvviso temporale, Francesco Giuseppe e i
suoi, sconfitti, si ritirarono oltre il Mincio. A chi arrise la
vittoria? Ovviamente agli alleati, con un distinguo però,
perché a Solferino trionfarono i francesi, mentre a San
Martino è più equilibrato parlare di un pareggio fra
piemontesi e austriaci. Si arrivò poi velocemente a una pace
voluta più da Napoleone III che da Vittorio Emanuele II,
grazie alla quale la Lombardia, tranne Mantova, fu ceduta al Regno
Sabaudo. Si parlò di vittoria tradita, incompleta, ma
Napoleone III aveva le sue buone ragione per chiudere tutto a
Solferino (sul Reno premevano i Prussiani e inoltre la massiccia
adesione al Regno di Piemonte di altri staterelli italiani rendeva la
nuova realtà territoriale potenzialmente pericolosa,
soprattutto alla luce dello scopo francese di aiutare Vittorio
Emanuele II al fine di sminuire un po’ l’ingombrante
presenza sul suolo italico di un pericoloso avversario come
l’Austria.).
Milani
non ha scritto un romanzo storico, bensì un eccellente saggio
storico, peraltro limitato solo alle due battaglie, allegando in
calce tutta una serie di notizie di carattere esclusivamente storico
che costituiscono ottimi spunti per ricerche e approfondimenti.
Non
era facile districarsi fra i tanti scontri della giornata, ma
l’autore pavese ci è riuscito bene e così ha
scritto un’opera di notevole interesse e che si legge senza
fatica e con grande piacere.
Guglielmo
Milani detto
Mino (Pavia, 3 febbraio 1928 – Pavia, 10 febbraio 2022),
scrittore
italiano. Autore di storie a fumetti e collaboratore del «Corriere
dei Ragazzi», ha pubblicato numerosi romanzi storici e di
avventura: Garibaldi e i Mille (1960), L’avventura di Tommy
River (1969), I quattro di Candia (1973), Romanzo militare (1987),
Fine della battaglia (1993), Il figlio di Davy Crockett (1995),
Crespi Jacopo (2001), La guerra sia con me. Vita immaginaria di San
Rocco (2005). È autore anche di racconti d’ispirazione
autobiografica dedicati alla sua città (Ed ora, Ferrari?,
1999; Il mio cielo d’oro, 2004).
Renzo
Montagnoli
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