I
milanesi ammazzano al sabato
Un’indagine
di Duca Lamberti
di
Giorgio Scerbanenco
Edizioni
Garzanti
Narrativa
Pagg.
184
ISBN
9788811687788
Prezzo
Euro 8,90
Il
giorno della vendetta
E’
una Milano grigia, fredda, dove ognuno vive distaccato la sua piccola
esistenza, è una città dove il vizio è
disseminato di tante isole in cui viene sfruttato il corpo umano da
uomini senza scrupoli, abituati a trattare delle donne come oggetto e
a spremerle come limoni. Si può obiettare che sono tante le
città così, ma Giorgio Scerbanenco ha scelto Milano
perché ci ha vissuto da quando aveva 16 anni (prima stava in
Ucraina, a Kiev, dove era nato). Se nelle prove precedenti, pur
mettendo in risalto le perfette geometrie della trama alla cui fine
puntualmente e logicamente si scopriva il colpevole di un reato,
senza però tanti approfondimenti sotto l’aspetto
psicologico, in questo I milanesi ammazzano al sabato
(titolo bellissimo) non posso non rimarcare un salto di qualità
veramente notevole, perché ora ambiente, atmosfera, fine
descrizione della psiche dei protagonisti è ai massimi
livelli.
Ma
passo alla storia, in breve. Viene rapita Donatella, la figlia di un
modesto impiegato vedovo, una donna di 28 anni affetta da
elefantiasi, alta quasi due metri per un peso di circa un quintale,
ma bellissima; ha un difetto però, e cioè ha il
cervello di una bambina, ma quel che è peggio è una
ninfomane, il soggetto ideale per i mercanti di carne umana. Il padre
si dispera, va alla polizia, che latita un po’, poi, dopo
alcuni mesi, un giorno che torna al commissario con l’ennesima
richiesta di notizie si imbatte in Duca Lamberti, che prende a cuore
il caso e che in pochissimo tempo ritrova la figlia, morta ammazzata
a pietrate e poi bruciata nel tentativo di fare sparire ogni traccia.
Il poliziotto si indigna e comincia la caccia ai colpevoli, ai quali
arriverà prima, se pur di poco, il padre, grazie a una lettera
anonima. Non vado oltre, anche se è possibile immaginare quale
sia la fine di questo giallo che, oltre ad avvincere dalla prima
all’ultima pagina, sconvolge, prende lo stomaco, stimola
desideri di vendetta. Scerbanenco ha scritto qualche cosa di
irripetibile, non limitandosi al solo aspetto poliziesco, affondando
il coltello nella piaga di una città moderna, dove vivono lupi
famelici e vagano spaventato agnelli sacrificali, dove anche in un
buon uomo, un travet, può scatenarsi l’istinto
primordiale, tanto da farlo diventare una belva.
Da
leggere, più che un consiglio è una raccomandazione.
Giorgio
Scerbanenco
(Kiev,
28 luglio 1911 – Milano, 27 ottobre 1969),
scrittore
italiano di origine russa. Di madre italiana e padre ucraino, a
sedici anni si stabilì a Milano. Fu collaboratore, redattore e
direttore di periodici femminili ad alta tiratura, per i quali
scrisse racconti e romanzi «rosa», per lo più
ambientati nell’America degli anni Quaranta. Più tardi
approdò al genere poliziesco e fu il successo, prima
con Venere
privata (1966),
poi con Traditori
di tutti (1966).
Altrettanto fortunate le opere successive, da I
ragazzi del massacro (1968)
a I
milanesi ammazzano al sabato (1969),
ai racconti postumi di Milano
calibro 9 (1969)
e Il
centodelitti (1970).
Protagonista di quasi tutta la serie è Duca Lamberti, accorto
investigatore della Milano «nera». Prodigioso narratore
di storie e maestro nel catturare l’attenzione del lettore,
Scerbanenco fu uno dei primi, in Italia, a confrontarsi con i gusti
di un pubblico di massa. La sua scrittura, insieme ingenua e
ricercata, antiletteraria, piena di sprezzature, veloce, è
singolarmente efficace. Nel 2018 esce Luna
di miele per
La Nave di Teseo.
Renzo
Montagnoli
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