L´ufficiale
e la spia
di
Robert Harris
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Narrativa
Pagg.
448
ISBN
9788804724704
Prezzo
Euro 13,00
J´accuse
L´affare
Dreyfuss è stato indubbiamente il caso più noto di condanna di un
innocente in forza di pregiudizi razziali prima, e di delirio di
onnipotenza dopo, quando ci si accorse che il condannato non era
colpevole.
Alfred
Dreyfuss, ufficiale di artiglieria alsaziano ed ebreo, fu imputato di
tradimento unicamente sulla base di un documento rinvenuto
nell´immondizia dell´ambasciata tedesca a Parigi, documento
scritto a mano con una calligrafia simile alla sua. E poiché la
prova non era sufficiente per una condanna, si provvide a costruirne
altre, peraltro in modo dilettantesco.
Condannato
alla deportazione perpetua nella tremenda isola del Diavolo nei
pressi della Guyana francese, la sua sorte sarebbe stata segnata se
uno dei militari che avevano preso parte al suo arresto, l´allora
maggiore Georges Picquart, divenuto capo del Controspionaggio non
avesse per caso notato alcune incongruenze nelle prove d´accusa.
Dato che la storia è lunga, non sto a scriverla tutta, anche perché
è nota, sto solo a evidenziare come un fatto del genere sia potuto
avvenire anche per un rigurgito nazionale di antisemitismo; basti
solo sapere che occorse parecchio tempo per porre rimedio
all´ingiustizia, che lo stesso Piquart fu incriminato per aver
cercato di portare alla luce la verità, che ci furono diversi
processi prima che Dreyfuss fosse riabilitato e reintegrato
nell´esercito con il grado di maggiore. Andò ancora meglio al
tenente colonnello Picquart, prima espulso dall´esercito, poi
riammesso con il grado di generale di brigata e che riuscì anche a
diventare Ministro della Guerra.
Da
questa vicenda ampiamente conosciuta Robert Harris ha tratto un
romanzo storico, il più possibile aderente allo svolgimento dei
fatti, che vengono narrati proprio da Georges Picquart.
Se
devo essere sincero avevo il non infondato timore, prima di leggere,
di potermi trovare di fronte a una specie di polpettone, perché la
storia è complessa, i personaggi sono numerosi e pressoché tutti
veri e spesso di grande notorietà, come Georges Clemenceau ed Emile
Zola, quello della famosa lettera pubblicata su L´aurore il 13
gennaio 1898 e rivolta al Presidente della Francia che comincia con
"J´accuse".
Invece
è risultato un romanzo che, oltre a essere di notevole interesse, è
di facile e appassionante lettura.
Harris
ricrea nel migliore dei modi l´ottusità di un certo mondo militare
disposto a tutto pur di non dover ammettere l´errore, l´ignoranza
diffusa di un popolo che prova ancora la cocente delusione per la
sconfitta subita dai tedeschi nel 1870 e che trova, nella sua
incapacità di darsi pace, i capri espiatori più facili, gli ebrei.
Così il tradimento di cui è incolpato Dreyfuss ha il suo peso
nell´ossessione del nazionalismo, ma lo è ancor di più perché
ebreo, e ovviamente è visto male e allo stesso modo chi, cercando la
verità, difende un uomo, che ha il difetto di essere ebreo.
Il
libro è semplicemente stupendo, si inizia a leggere e non ci si
fermerebbe mai, nonostante le sue 448 pagine. A titolo di notizia,
nel 2019 è uscito nelle sale cinematografiche un film tratto dal
romanzo, diretto da Roman Polanski; la pellicola ha avuto grande
successo e fra i numerosi riconoscimenti si è anche aggiudicato Il
Gran premio della giuria alla 76a Mostra internazionale di
arte cinematografica di Venezia.
Non
credo sia necessario aggiungere altro.
Robert
Harris (Nottingham,
7 marzo 1957), laureato alla Cambridge University, è stato
giornalista alla BBC, e uno dei più noti commentatori
dell'"Observer" e del "Sunday Times".
È
diventato famoso in tutto il mondo nel 1992 con Fatherland,
il cui successo lo ha inserito a pieno titolo nel ristretto gruppo di
autori che hanno ridefinito e ampliato i confini del thriller.
Successo confermato
da Enigma (1996), Archangel (1998), Pompei (2003), Imperium (2006), Il
ghostwriter (2007),
da cui è stato tratto un film diretto da Roman
Polanski, Conspirata (2010), L'indice
della paura (2011), L'ufficiale
e la spia (2014), Conclave (2016), Monaco (2018), Il
sonno del mattino (2019).
Prima di dedicarsi interamente alla narrativa ha scritto numerosi
saggi, fra cui una celebre inchiesta sui falsi diari del Führer, I
diari di Hitler (2002).
Tutte le sue opere sono edite in Italia da Mondadori.
Renzo
Montagnoli