L´ebrea
errante
di
Edgarda Ferri
Solferino
Editore
Storia
Pagg.
292
ISBN
9788828209638
Prezzo
Euro 17,00
Una
donna coraggiosa
Edgarda
Ferri ha una straordinaria abilità nel narrarci le vite di
personaggi, più o meno noti, della storia, arricchendo lo
svolgimento del tema con ampi approfondimenti sull´epoca di questi
protagonisti, di modo che si ha la possibilità di ampliare la
propria cultura con quadri precisi di periodi passati, dipinti in
modo semplice, ma anche esauriente, con un´apprezzabile completezza
che tuttavia non pregiudica il piacere della lettura. Che si tratti
del grande Vespasiano Gonzaga di Il sogno del principe, o
degli anonimi protagonisti del giorno della liberazione di L´alba
che aspettavamo, tutti i personaggi oggetto di studio di questa
grande narratrice hanno pari dignità, perché tutti sono
protagonisti, in misura maggiore o minore, della storia. E´ in
quest´ottica che viene presentata al lettore Beatrice de Luna
Mendes, nata nel lontano Portogallo nel 1510, moglie fedele di
Francisco Mendes, un commerciante di spezie ricco e famoso, ebreo
convertito per aver salva la vita e per conservare le sue proprietà,
un marrano come erano chiamati appunto gli israeliti che avevano
abiurato la loro fede per abbracciare, quasi sempre solo in
apparenza, quella cristiana. In un´epoca che vide alcune delle
tante persecuzioni, gli ebrei furono costretti a lasciare la Spagna,
dopo che i re di Castiglia avevano sconfitto i mori, invece molto
tolleranti delle altre religioni, ed emigrarono verso molti paesi, ma
soprattutto verso il Portogallo, agli inizi piuttosto permissivo. In
seguito, tuttavia, il furore religioso di un frate, Diogo da Silva,
confessore reale e capo dell´Inquisizione, travolse anche quel
regno, con poche alternative per i giudei: o conversione piena, cioè
non solo apparente, o confisca dei beni, esilio e in non pochi casi
torture e morte sul rogo. In questo contesto Francisco Mendes si
ammalò e morì, lasciando una immensa fortuna che donna Beatrice
doveva gestire e amministrare per conto della figlia Brianda, che
aveva solo sette anni. La vedova si trovò di colpo in una situazione
difficile, perché marrana pure lei doveva essere abile nel
dissimulare la sua fede originaria e nel contempo difendersi da chi
avrebbe voluto approfittare della situazione. Tuttavia in lei maturò
un orgoglio che non solo la spinse a operare per il meglio, ma ad
agire, ovviamente nell´ombra, per soccorrere, grazie al denaro e al
potere, altri ebrei che non avevano avuto la stessa fortuna.
All´inizio si spostò nelle Fiandre, dove il fratello del marito
faceva l´intagliatore di diamanti e dove l´Inquisizione era meno
forte, poi con il propagarsi in Europa delle guerre di religione
cominciò a viaggiare, da Anversa a Venezia, dove riprese il suo
originario nome, Grazia Nasi, che era decaduto con la conversione,
poi a Ferrara, ad Ancona e infine a Istanbul, dove diventò un
personaggio importante alla corte di Solimano il Magnifico. In poco
tempo diventò talmente potente da poter trattare con Papi e
monarchi; al riguardo fece pressioni più volte sul Pontefice per
alleviare lo stato di oppressione degli ebrei romani e pagò un
ingente riscatto al viceré spagnolo di Napoli affinché un migliaio
circa di ebrei convertiti, accusati dall´Inquisizione di
comportarsi da falsi cristiani, potessero lasciare quel regno e
trasferirsi nel più tollerante stato ottomano.
Questa
magnifica donna si prodigò continuamente per aiutare i confratelli e
lo fece fino alla sua morte, avvenuta a Costantinopoli nel 1569;
aveva 59 anni e fu pianta dalla comunità israelitica, lasciando
anche un ricordo positivo e indelebile alla corte del Sultano.
Edgarda
Ferri conferma anche in questo libro le sue indubbie qualità, porta
alla ribalta un personaggio che merita ogni rispetto, riuscendo a
inquadrarlo perfettamente nella sua epoca, un cinquecento fastoso, ma
anche cupo, in un´Europa dove l´intolleranza per lo più prevale,
e non solo nei confronti degli ebrei, come testimoniato dalle guerre
di religione che divamparono in quel secolo e che durarono fino alla
metà del secolo successivo, mietendo migliaia di vittime.
Da
leggere, merita senz´altro.
Edgarda Ferri è
nata a Mantova e vive e lavora a Milano. Scrittrice, saggista,
giornalista ha esordito nel 1982 con Dov´era
il padre,
un romanzo che rimane tuttora un ritratto fondamentale e un punto di
riferimento per un´intera generazione. Ha pubblicato inoltre, Contro
il padre (1983), La
tentazione di credere (1985), Il
perdono e la memoria (1988), Luigi
Gonzaga (1991), Quello
che resta di Cristo dopo 2000 anni (1996)
e, per Mondadori, Maria
Teresa (1994), Giovanna
la Pazza (1996), Io,
Caterina (1997), Per
amore (1998), L'ebrea
errante (2000), Piero
della Francesca (2001), La
grancontessa (Le
Scie, 2002), Letizia
Bonaparte (2003), L'alba
che aspettavamo (2005), Il
sogno del principe (2006), Rodolfo
II (2007), Uno
dei tanti (2009).
Renzo
Montagnoli