Bandiera
bianca a Cefalonia
di
Marcello Venturi
Prefazione
di Sandro Pertini
Arnoldo
Mondadori Editore S.p.A.
Narrativa
Pagg.
336
ISBN
9788804741220
Prezzo
Euro 14,00
Un´opera
d´arte
Cefalonia
è un´isola del mar Ionio sita a ovest delle coste greche,
immediatamente a nord dell´isola di Zante ed è tristemente famosa
per l´eccidio degli uomini della Divisione Acqui che vi erano di
stanza dopo l´occupazione della Grecia nel corso della seconda
guerra mondiale; il fatto avvenne a seguito della proclamazione
dell´armistizio dell´8 settembre 1943, allorché le nostre truppe
furono lasciate senza precise istruzioni se non quella di reagire a
eventuali attacchi provenienti da forze diverse da quelle
angloamericane. A Cefalonia i tedeschi intimarono la resa al generale
Antonio Gandin, comandante della divisione che ordinò alle sue
truppe di reagire, decisione presa non tempestivamente a causa
dell´incertezza del comportamento da tenersi, ritardo che agevolò
l´afflusso di nuove truppe tedesche a sostegno del locale presidio
in origine molto modesto e che ingaggiarono battaglia con l´aiuto
dell´aviazione. I combattimenti durarono otto giorni nel corso dei
quali non pochi nostri militati caddero sul campo, mentre circa
6.500, dopo essersi arresi, furono trucidati e altri 1.300, imbarcati
su navi da trasporto con destinazione i lager tedeschi, morirono a
causa delle numerose mine che infestavano il mar Ionio.
Questa
è la drammatica vicenda storica oggetto del romanzo di Marcello
Venturi in cui il protagonista è il figlio del capitano Aldo
Puglisi, una delle vittime dell´eccidio. Si reca a Cefalonia per
visitare il luogo dove è morto suo padre, ma soprattutto per
rintracciare due testimoni che l´aiutino a comprendere quello che
accadde, per riannodare l´intera complessa vicenda. La narrazione
si avvale di due diversi piani temporali, quello del figlio che cerca
di ripercorrere quel che accadde, e quello del padre, testimone della
sua stessa morte. Ne scaturisce un romanzo verità di grande impatto,
drammaticamente bello, con un´efficacia largamente superiore a
quella che avrebbe potuto avere un diario e che nel lontano 1963
contribuì, in modo determinante, a far conoscere agli italiani e
agli europei una tragedia di cui altrimenti si avrebbe avuto solo un
vago sentore. Venturi riesce a far convivere abilmente l´orrore di
una guerra con la bellezza della natura, non ricorre a stratagemmi
inventando improbabili eroismi, non cade mai nella retorica, è un
racconto che sulle tracce anche di un amore mai confessato raggiunge
vertici sublimi e ha scritto bene Sandro Pertini nella sua
prefazione, con parole che meglio non avrebbe potuto trovare
riferendosi al senso di pietà dell´autore e alla sua convinzione:
" Forse il vero, il grande colpevole, è da ricercare altrove, in
questo spirito di violenza e di sopraffazione che, al di sopra di
ogni frontiera geografica e ideologica, continua ancora ad armare la
mano di nuovi assassini." E´ con questa radicata e profonda
persuasione che Marcello Venturi ha raccontato, senza odio, di un
eccidio a cui ha guardato con animo dolente, riuscendo con la sua
narrazione a consegnare ai lettori una vera opera d´arte.
Non
aggiungo altro, un capolavoro non ne ha bisogno.
Marcello
Venturi (Seravezza,
Lucca, 1925 - Molare, Alessandria, 2008) narratore italiano. I suoi
libri più noti s´ispirano alla guerra, nella linea del
neorealismo: Dalla Sirte a casa mia (1952), Bandiera bianca a
Cefalonia (1963), Gli anni e gli inganni (racconti, 1965). Le opere
successive affrontano situazioni legate ai problemi della cultura
agricola italiana: Terra di nessuno (1975), Il padrone
dell´agricoltura (1979), Sconfitta sul campo (1982). La vena
ironica prevale in Dalla parte sbagliata (1985), che racconta le
vicende di una persona perseguitata dalla sfortuna, mentre in Il
giorno e l´ora (1987) le fantasie del protagonista, un orologiaio,
divengono metafora del tempo «scaduto». Sdraiati sulla linea (1991)
è un´arguta confessione autobiografica; Tempo supplementare (2000)
è un libro di memorie familiari e ritratti di protagonisti della
vita culturale italiana.
Renzo
Montagnoli